Maria Antonietta Marinozzi - Toscanella - Omni@tuscania

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Maria Antonietta Marinozzi

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Giovedì 4 giugno 2009 la professoressa Maria Antonietta Marinozzi ci ha lasciato. Se n'è andata piano piano, in punta di piedi e senza far rumore, come per non disturbare.

Lo so, è una cosa normale, fa parte della vita, è quello che mi sento ripetere spesso quando una persona, specialmente se anziana e malata, scompare. E' la verità, è una cosa talmente vera ed inesorabile che sarebbe assurdo non accettarla. Ma quello che è assurdo ed inaccettabile è usare questa verità per dimenticare, anzi per scordare, perché è proprio dal cuore che spesso vogliamo cancellare quello che ci fa male, i ricordi che ci spingono a pensare, a guardare indietro e a considerare il senso della nostra vita.

La morte dei nostri cari deve essere quindi lo stimolo più forte per scuoterci, per farci reagire e migliorare, evitando di seppellire insieme alle spoglie mortali quegli insegnamenti che assolutamente non devono andare perduti. Questo è il motivo principale per cui ho deciso di scrivere questo breve ricordo. Come avrebbe detto lei, da latinista quale era: "Verba volant, scripta manent".

Già, il Latino, questa vecchia ed ostica lingua che abbiamo stentato ad imparare sui banchi di scuola e che, come le cose o le persone oramai vecchie ed inutili, ci affrettiamo ad escludere dalla nostra esistenza frenetica. Provate ad ascoltare una Messa in Latino, oppure guardate il film "The Passion of the Christ" di Mel Gibson e vi accorgerete dell'armonia, della bellezza e musicalità di questa lingua, che una volta ha conquistato il mondo e ha diffuso il Verbo, e che è madre della nostra e di altre lingue. Lei ha dedicato la sua intera esistenza ad insegnare il Latino e l'Italiano e soprattutto i valori che lo studio dei classici portano in sé. Intere generazioni di tuscanesi hanno avuto la fortuna di essere suoi allievi e di imparare molto dalle sue lezioni. Alcuni, a loro volta, sono diventati insegnanti e qualcuno di questi l'ha perfino preceduta nell'oltremondo.

Poi anche per lei, alla veneranda età di 88 anni, è giunto il momento del trapasso. 88, questo numero così rotondo e privo di discontinuità fa pensare all'infinito. D'altra parte, la cifra 8, da cui è costituito, se posta in posizione orizzontale è proprio il simbolo dell'infinito.

Questo quindi sarà il mio augurio per te: questo viaggio verso l'infinito che hai appena intrapreso possa donarti tutto il bene, i riconoscimenti e i doni che questa esistenza terrena non ti ha concesso.

Addio Prof. Maria Antonietta: "Sit tibi terra levis"!
Marino

 
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