La via Clodia - Toscanella - Il blog dei tuscanesi

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La via Clodia

Luoghi di Tuscania

LA VIA CLODIA

La via Clodia (a sx il tracciato in violetto) è una strada consolare romana il cui percorso è inframezzato tra la via Aurelia, che costeggia il mare Tirreno fino a Pisa, e la via Cassia, il cui tracciato si sviluppa più internamente, sempre in direzione nord - ovest, fino all'attuale confine tra Toscana e Liguria. Le vie consolari romane avevano essenzialmente funzioni militari e non erano strade di collegamento tra i centri principali dell'impero. La via Clodia, nonostante fosse completata in piena età romana, è molto importante anche per gli studiosi della civiltà etrusca, perchè il suo tracciato ricalca, in numerosi tratti, quello di una preesistente via di comunicazione etrusca. Ciò dimostra una volta di più la grande validità delle opere di ingegneria degli Etruschi che dopo alcuni secoli dalla loro realizzazione vennero utilizzati per fini strategici a servizio dell'impero romano.

Quello che sappiamo del tracciato della via Clodia lo dobbiamo, oltre che dai resti dell'antico basolato che ancora riaffiorano sul terreno e dalle vie cave etrusche che la caratterizzano, dalla cosiddetta tavola Peutingeriana. Questa tavola è una copia del XIII secolo di una rappresentazione cartografica di epoca romana che riproduceva tutte le vie di comunicazione dell'impero, oltre duecentomila chilometri di strade, con l'indicazione dei centri principali (mansiones) e delle distanze. La realizzazione romana della strada va fatta risalire all III secolo a.C., a seguito della conquista del territorio ai danni degli Etruschi. Tra il 273 e il 225 a.C. ci furono tre magistrati di nome Claudius Canina, Claudius Russus e Claudius Centho, e uno di questi potrebbe essere quello che ha dato nome alla strada.

Le mansiones indicate dalla tavola Peutingeriana lungo la Clodia, a partire dal distacco dalla Cassia, erano: Careias (l'attuale Galeria), ad Nonas (presso Vigna di Valle), Forum Clodii (presso Bracciano), Olera (Blera), Marta (sul lago di Bolsena), Tuscana (Tuscania), Maternum (forse Canino o Ischia di Castro), Saturnia. Dopo Saturnia la strada si dirigeva probabilmente verso il mare, per confluire nell’Aurelia nella zona di Cosa (Ansedonia), ma occorre precisare che dopo Tuscania il percorso originario è praticamente sconosciuto.


(a sx la via Clodia a Tuscania) Il primo tratto della strada, che ricalca piuttosto fedelmente quello attuale della Braccianese - Claudia, da Ponte Galeria fin nei pressi di Bracciano. A questo punto la Clodia si divideva in due rami: l'uno portava alle Acque Apollinares Veteres (Stigliano) e da qui a Tarquinia, mentre l'altro puntava su Forum Clodii (S. Liberato vicino Bracciano) e proseguiva per Blera.

Da Blera inizia il percorso più interessante e più carico di storia, soprattutto etrusca, della via Clodia. In pratica si attraversano quasi tutte le necropoli rupestri dell'Etruria, da Barbarano a Blera e Norchia, Da Grotta Porcina a Tuscania e (probabilmente) a Castro. Evidentemente non è un caso che la consolare romana attraversasse dei centri etruschi accomunati da una tale uniformità culturale che ha creato un unicum nella tipologia sepolcrale che trova confronti solo con le grandi necropoli rupestri dell'Asia Minore.

La Clodia,passava a circa due chilometri ad Ovest di Barbarano Romano, a poca distanza dall’insediamento antico di S. Giuliano e dalle sue estese necropoli rupestri. L’area archeologica di S. Giuliano è ricchissima anche di viabilità antiche secondarie profondamente incassate nella roccia tufacea quali la Cava delle Cerquete, la Cava di Sarignano, la Cava del Castelluzzo, la cava del Pisciarello  e la scalinata di Greppo Castello. Queste vie, scavate nella roccia, sono state utilizzate nel corso dei secoli, anche dopo il periodo romano.
La via Clodia poi proseguiva verso il territorio di Blera con singolari emergenze quali il ponte del diavolo sul Biedano a tre arcate ed il ponte della Rocca sul Ricanale ad un arco, attraversato il quale si viene introdotti all’area archeologica di Pian del Vescovo. La Clodia successivamente, dopo aver attraversato il sito archeologico di Grotta Porcina (nel territorio del comune di Vetralla), proseguiva verso  Norchia (Viterbo), uno dei centri etruschi più  ricchi di tombe rupestri di età ellenistica. Qui, in corrispondenza quindi dell’attraversamento del Biedano, la strada presenta una delle tagliate più spettacolari del suo percorso: la Cava Buia, lunga circa 400 metri, con
pareti alte fino a circa 10 metri, e un’iscrizione romana che ne ricorda il restauro con il nome di C. Clodius Thalpius, a cui forse si deve il merito della ristrutturazione dell'opera.

Dopo Norchia la Clodia arriva a Tuscania, dove in epoca recente è stato scoperto un tratto di basolato che ne testimonia il passaggio sicuro. Come si è detto da Tuscania in poi il percorso è piuttosto incerto. Sono sicure solo le mansiones indicate nella tavola Peutingeriana, ovvero Marta, Maternum di cui esistono solo ipotesi (Ischia e Canino e forse Piansano) e Saturnia. La grande tagliata di Castro resta anch'essa un'ipotesi credibile del passaggio della strada consolare.

 
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