29. E’ guerra! - Tartaglia-new

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29. E’ guerra!

Convegno > Paragrafo da 21 a 30

Perugia, intanto, alla prime mosse di Braccio giunto a S. Martino in Colle con l’occupazione del territorio circostante, aveva scritto a Firenze chiedendo aiuto e la Signorìa fiorentina notificò a Braccio le preoccupazioni dei Perugini, pregandolo di desistere dall’impresa.

Ma i due condottieri, Braccio e Tartaglia, fecero le orecchie da mercante. Risalirono la valle del Nestore, verso la Collina, occuparono Marsciano, la Morcella, Papiano e Cerqueto: Braccio era ormai padrone della riva destra del Tevere da Marsciano a S. Fortunato. Si fecero, quindi sotto Perugia ed il 3 maggio 1416 attaccarono.

Tre furono gli assalti e tre volte il popolo perugino fece blocco e respinse gli assalitori.

Per il momento i due condottieri dovettero desistere. L’impresa si presentava più difficile del previsto. Bisognava aumentare le forze. Braccio cercò di guadagnare a sé Paolo Orsini, sempre chiuso nei suoi domìni di Narni ed Orte; poi partì alla conquista dei paesi posti sulla riva sinistra del Tevere, per riprendersi dallo smacco subìto. Il 5 maggio caddero Civitella, Ripa e S. Egidio; il 6 Pontevalleceppi, Peretola, Pontefelcino, Pitignano, Colomella, Ponte Pàttoli, Pilonico ed il 7 Ponte S. Giovanni; lungo il mese di maggio, Braccio conquistò numerosi altri centri.

Poi, alla testa di 1500 cavalieri, andò con Bernardo da Camerino e con il Tartaglia a parlare personalmente con Paolo Orsini, che dette loro cortesemente speranza, poi, come al solito, non tenne fede alle promesse. Sulla via del ritorno verso il contado Perugino, i tre condottieri conquistarono Deruta, poi, alla fine di maggio, cadde anche Corciano, dove il Tartaglia fu ferito alla coscia da un verrettone di balestra.

Ad Orvieto, dopo lunghe discussioni, si riuscì ad armare cento uomini e ad inviarli a Braccio.

 
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