12. La temporanea sottomissione al rettore Ugo d'Ogerio - Toscanella - Storia di Tuscania

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12. La temporanea sottomissione al rettore Ugo d'Ogerio

La sottomissione al Campidoglio

12. LA TEMPORANEA SOTTOMISSIONE AL RETTORE UGO D'OGERIO (1337).

Scrollatisi di dosso i due, finalmente, si poté inviare, nel luglio 1336, un’ambasceria al rettore, mostrando disposizione ad accettare la sottomissione alla Chiesa. Tutto questo, però, senza aver fatto i conti con i senatori del Campidoglio. Il resto dell’anno trascorse nell’invio di lettere al Papa, che assolse i Tuscanesi e scrisse al Campidoglio per bloccare ogni sua eventuale reazione.

Il 17 gennaio 1337 tutto era pronto. Il Consiglio generale e speciale nominò procuratori del Comune Pagnone di Giusto, il cancelliere comunale Giovanni di ser Pietro Boncambi e il padre guardiano del convento di S. Francesco.

La solenne cerimonia di sottomissione si svolse il 26 a Viterbo, nella chiesa di S. Sisto. C’erano Ugo d’Ogerio, il vescovo Tignosi e tutte le autorità schierate. Pagnone, inginocchiato, giurò, ma volle anche il riconoscimento dei consueti privilegi e, soprattutto, mise bene in chiaro che il Papa e la curia del Patrimonio avrebbero dovuto appianare ogni eventuale controversia provocata dal Campidoglio.

Fino alla fine dell’anno non si profilarono novità all’orizzonte. Nell’inverno del 1338, però, l’esercito capitolino, guidato dai senatori Pietro Colonna e Matteo Orsini, ricomparve nei pressi di Tuscania e la Città fu costretta a tornare nuovamente sotto il dominio capitolino.
Nessuno intervenne a contestare.

 
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