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● - LA CINTA MURARIA DE TUSCANIA - In una poesia di Luciano Laici

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Doppo che ‘l re la devastò Tuscania1,
la cinta se ristrinse dico tanto,
con gran terrore e con solerte smania,
verso del norde tra dolore e pianto.
Prima fonnata adera in sette colle
con sette porte pe’ fà uscì le folle.
 
La cinta da la torre, ch’è piazzata
sopra le serce2, poe curvava ad u
fino al murrotto, e la zona lasciata,
pe’  annà in linea retta pe’ l’ingiù
lascianno dentro lì santa Maria,
che per Viterbo rasenta la via,
 
e la chiesa dell’Edera,‘ndó sotto
ce so’ tre maestose mozzicone
de quelle mura cascate de botto,
se diriggeva in quel mozzo torrione
nella scarpata tramezzo ‘l canneto
e a la torre ‘ndó c’era un uliveto,
 
e la torre cch’adè de Tenti Zaira.
Le cerchia seguiva sotto San Pietro
p’arrivà poe fino che ce mira
de confrontasse al fine nel didietro
su nel convento di suore clarisse;
a famo dunque pe’ bene capisse
 
che sant’Angelo ha dentro e la Moletta
con san Francesco e lascia fora solo
quello che un tempo c’eva l’etichetta
de potesse chiamà fiume Maschiolo.
E giù in comune ce esiste un cliscè
‘ndove véde’ se pò il come e il perché.
 
E l’ antico perimetro se crede
che ‘l doppio sie de quello attuale.
Questo v’ho detto e voe potete véde’
si adè bucìa ovver cosa normale,
ma ce adé pure un bello manoscritto      
che riconferma quello che io v’ho scritto.
 
 
25.01.2023 - Luciano Laici
 
 
1. La devastazione operata dalle truppe del re di Francia Carlo VIII.
 
2. Lì sotto la torre ubicata sopra grandi selci nella strada che conduce a Viterbo è ancora denominata topograficamente murrotto dal “muro antico et rotto”, così ci narra lo storico Francesco Giannotti, estensore del manoscritto, menzionato nella chiusa della poesia.
 
3. A seguire viene riportata la piantina delle mura urbiche della città di Tuscania, dove si vede il perimetro delle mura prima e dopo della devastazione del re Carlo VIII.
 
 
              
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 



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