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• - UNA POESIA DI "GANASSA" SU QUESTO INFAUSTO ANNO BISESTILE

Pubblicato da in Ganassa ·
Ho sempre considerato Luciano Laici come il più grande poeta tuscanese, nel 2012, pubblicò il suo libro di poesie in dialetto tuscanese: “Croggiòlo d’oro è nell’estate il grano”. Poesie che descrivono la vita contadina di una volta ma non solo. Oggi ci propone questa poesia su questo anno bisestile che sembra portare tanti guai e lo fa nel suo stile piacevole da leggere.
Grazie Luciano. luigi pica.
 
ANNO BISESTO, ANNO FUNESTO
 
È ‘n’anno de disgrazzia e de sventura
per l’omo, sia addietrato che civile,
quest’anno che l’incute la paura,
benché l’umanità nun adè vile,
e ‘l male maggiormente se completa
si su nel celo appare la cometa.
 
Se dice dall’antiche che ‘sta stella
fusse foriera de parecchie guae,
e se a vedella co’ la coda è bella,
essa in inganno de certo ce trae;
quest’anno ne la terra a combinasse
tutte e due so’ venute a ‘ncontrasse.1
 
La grave epidemia ch’è scoppiata,
che tutti chiamano coronavisse,
ha dimostrato ‘l vero ne ‘st’annata:
peste da tosse ch’è ‘n’apocalisse
lo sta ‘nfestanno tutto ‘l monno ‘ntero,
a ‘nventallo ‘l vaccino adè un mistero.
 
E speriamo che ‘sta situazzione
mijjore quanto prima sulla terra,
che ‘n vaccino se faccia a profusione
e nun scoppiasse poi ‘na grossa guerra:
m’ariccommanno, dico, a tutte quante
e preparamo mascherine e guante.
 
Si l’inverno l’ha fatto tanto callo,
mo che sta pe’ venì la primavera
ed ogni fiore s’apre o bianco o giallo
e l’ape vola da mattina a sera,
l’una procrea ‘l frutto e l’altra ‘l méle,
mo, se fa freddo, questo nun è bene.2
 
Si questo scritto nun dicesse ‘l vero,
sarebbe realtà straordinaria,
in questo ardentemente io ce spero
e che la profezia sparisca in aria,
perché lassù c’è chi bene ce vede
e ce ama tanto e sempre ce provvede.
 
28.02.20 – Luciano Laici
 
1. L’anno bisestile e la cometa.
 
2. Il freddo tardivo fa male alle colture e si rischia la carestia.
 
 
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Una breve biografia di Luciano.
 
Luciano Laici è nato a Tuscania il 18.09.1944 da una famiglia di agricoltori. Ha quindi trascorso l'adolescenza e la prima età adulta lavorando nei campi, ove ha avuto modo di osservare sia le abitudini, le usanze, i modi di vita della gente di campagna sia i molteplici volti della natura in terra di Maremma.
 
 
Nel 1975 è stato assunto come vigile urbano messo notificatore e di conciliazione presso il Comune di Tuscania, impiego nel quale ha svolto negli anni un'attività implicante una continua, a volte delicata, dialettica con il pubblico: il contatto con il multiforme e casuale carattere dei cittadini tuscanesi ha maturato in lui una personale concezione della vita, della condizione umana e delle sue contraddizioni.
 
 
Oggi in pensione, si diletta dedicandosi alla cesteria, alla caccia, alla musica nella banda cittadina, alla realizzazione di innesti, alla lettura, alla scrittura di versi, passione che lo ha sempre accompagnato fin dalla prima gioventù: il presente volume, che raccoglie una parte delle tante poesie, rappresenta una sintesi della sua esperienza di vita.





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