Mauro Loreti - Succede a Tuscania - Toscanella - Blog 2020

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● - LA DECORAZIONE PITTORICA BIZANTINA DELL’ABSIDE NELLA CHIESA DI SAN PIETRO IN TUSCANIA. di Mauro Loreti.

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Ricevo da Mauro Loreti e pubblico nel mio blog, ringraziandolo per queste sue preziose ricerche sulla nostra storia e per i suoi articoli che arricchiscono la nostra cultura. luigi pica

Scrisse Secondiano Campanari : “Uno dei soggetti più frequenti e ripetuti da quei maestri dell’arte era il Salvatore, che facevano di forme colossali a denotare com’Egli è maggiore di tutti gli esseri e come immensa ed infinita è la grandezza sua. Perché qui lo vedi nell’atto di salire al cielo con in mano il mondo librato in aria e di quelle vastissime membra che di sopra dicemmo; ed inoltre gli apostoli che dalla bassa terra rimirano la gloria del loro Signore trasfigurato, intorno a cui volano angeli che,  per altra  imitazione dei greci di quel tempo,  sono vestiti, ma la cui figura non termina, come dice di altri il Vasari, in aria, essendo che indizio qui apparisca sotto quelle vesti delle estremità,benché mal piegate e deformi, dei loro corpi.”
 
Giuseppe Di Lorenzo aggiunse : “Del decimo secolo sono le pitture della grande tribuna, nella quale vedesi effigiato il divin Redentore contornato da angeli, tenendo librato nella destra il globo del mondo in atto di salire al cielo, in forma colossale, a significare l’infinita di lui grandezza e maestà divina che domina tutti gli esseri; e nell’emiciclo dell’abside intorno alla cattedra vescovile vedi dipinti gli apostoli  volti al cielo a guardare la gloria del divin maestro: queste pitture mostrano lo stile e la maniera della greca scuola portata in Italia.  …  Sopra la sede episcopale, in mezzo agli apostoli, è dipinta, di epoca assai posteriore   alle altre pitture, l’ immagine del principe degli apostoli avente in mano le somme chiavi simbolo della sublime potestà conferitagli da Cristo.  E più perfetti invero nel colorito, nel disegno, nella espressione più viva , nella movenza delle figure e delle pieghe delle vesti sono gli affreschi dipinti sull’alta parete sovrapposta agli archi del presbiterio e sopra l’abside che, in tanti quadri, rappresentano i fatti della vita di S. Pietro.”  
 
Gran parte dell’affresco cadde a seguito del crollo del catino il sei febbraio 1971.  Fu dipinto da artisti bizantini. Si ammirava il grande Cristo ascendente che benediceva e teneva in mano il globo terracqueo. Lo circondavano una  doppia schiera di angeli con le ali spiegate e con i cartigli. In basso ci sono gli apostoli con San Pietro e i Padri della Chiesa. L’immagine del Cristo era molto grande e coloro che entravano nella chiesa venivano attratti dal Cristo Pantocrator che dominava  luminoso e maestoso e che abbracciava il tutto. Il cromatismo è fatto da colori puri, ci sono figure immobili ed altre in movimento. Le parti in basso si sono salvate. L’arte bizantina nacque dalla fusione di elementi classici greci e romani con altri orientali. Influì molto anche nell’arte medioevale italiana.  
 
Il Pantocratore ed Onnipotente Cristo, nell’arte bizantina è rappresentato frontalmente con grandi occhi ed in posa ieratica , solenne, sacra e devota. Esiste una copia acquerellata dell’affresco dell’Ascensione di Cristo  di Tuscania a Dusseldorf in Germania e fu dipinta dall’artista Johann Anton  Ramboux , di Treviri, tra il 1832 ed il 1842.
 
Notiamo nella copia Cristo con il Vangelo e la scritta: “EGO SUM LUX MUNDI, VITA , VERITAS” . Dopo il terremoto del 1971 i frammenti dell’affresco sono stati presi dalle macerie e collocati in alcune cassette.
 
Dopo il 1997 l’ISTITUTO SUPERIORE PER LA CONSERVAZIONE ED IL RESTAURO  ha messo in moto il progetto per ricomporli e valorizzarli. Finora i restauratori sono riusciti ad  assemblare un terzo della superficie crollata ed allora, invece di riposizionare gli stessi frammenti, si è deciso di realizzare dei pannelli, che sono in via di ultimazione,  nell’episcopio adiacente la basilica.
 
Per quanto riguarda questi lavori l’Istituto suddetto ha scritto: “I risultati più importanti sono stati il ricollocamento in situ dei riquadri raffiguranti San Pietro in trono e il piede di Cristo tra Angeli, staccati a seguito del terremoto, e la ricomposizione sperimentale dei frammenti di due Angeli Superiori per l’esposizione museale nell’adiacente palazzo vescovile, ricollocati su pannelli in fibra di carbonio.”



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