Diritto Città di Canino
IMMEMORABILE DIRITTO SULLA COMUNITÀ DI CANINO
Il giorno otto dicembre 1814, da Roma , il procuratore legale Luigi Farnesi scrisse agli amministratori della Comunità di Toscanella facendo presente che aveva steso in minuta una citazione speciale, avanti Monsignore Uditore , il quale gli aveva detto che era un affare totalmente appartenente alla Sacra Congregazione del Buon Governo.
Pertanto fu poi presentata al Segretario Monsignor Giovanni Francesco Falzacappa da Corneto che, esaminò bene la pratica e la trovò così chiara per cui ritenne di non gravare di spese il Comune di Tuscania in un affare da trattarsi del tutto economicamente.
Farnesi allora presentò una supplica alla suddetta Sacra Congregazione con la quale espose l’immemorabile diritto sulla Comunità di Canino, tributaria di un cero e di due palli per il carnevale, e commutò in scudi tre con reciproco consenso, avendo enunciato l’antichissimo privilegio e possesso di tal diritto sanzionato da regiudicate, da transazioni , da un Breve di Pio II e dagli ordini della stessa Sacra Congregazione nel 1778. Fu dato dunque corso alla supplica per obbligare al suo dovere il Comune di Canino che non poteva addurre la minima eccezione .
L’esito fu conforme alla sua istanza.

Pasquinata 1829
ANNO 1829 – PASQUINO TOSCANELLESE
IL CAPITANO E’ UN COLLIONE
E IL SIGNOR CAPORALE
E’ UN FRAMASSONE
MA SON TUTTI CARBONARI.
PERCHE’ SETE CARBONARI
COME SAPEVO GIA’ VI HO DETTO
SAREBBE DE SCAPOCCIARVI
E MANNARVI A CAZZO RITTO.
SONO IMPORTUNI A LEVA’ LA GUARDIA
FATE PURE QUEL CHE VOLETE
QUANDO POI AVRETE METUTO
LE CONTE CON ME FARETE.
MA IL PENTIR NIENTE VI GIOVA
LADRI, INFAMI, SGRASCIATORI,
IL CAPITANO, IL CAPORALE E IL VICARIO
LA SIGNORA DEMERDA E IL GOVERNATORE.
LA GUARDIA QUI VOLEMO
FINCHE’ LE ORDINE VIEN FISSATA
MO’ SENTITE FRAMASSONI
CHE PER VOI E’ LA FRITTATA
Fiera di Toscanella
NOTIFICAZIONE DEL GOVERNATORE DI TOSCANELLA E DEL SUO CICONDARIO
Il giorno otto maggio 1827 il Pretore Avvocato Giuseppe Sgambella, che allora era chiamato Governatore , essendosi saggiamente cambiato il luogo dove si svolgeva la Pubblica Fiera, che in ogni anno ricorreva in Tuscania nel giorno dieci del mese di maggio, e stabilito fuori le due porte superiori nel sito detto il Prataccio, nei campi continui del Seminario e dell’Arcipretura nonché nel pezzetto di terra al limite della strada di Piansano e parte della Piazza di Sant’Antonio, attuale piazza Trieste, e circoscritto con una staccionata, al fine di stabilire un ordine e prevenire inconvenienti, dalla Residenza Governativa di Toscanella dispose che nessuno poteva situare il bestiame, che avrebbe condotto nella Fiera, per la strada e la piazza di Sant’Antonio, ma avrebbe dovuto porlo nell’interno del luogo suddetto, come destinato, sotto la pena pecuniaria di Polizia.

In rapporto al bestiame vaccino, ad effetto di evitare disgrazie, doveva essere tutto situato nel cosiddetto Prataccio, esclusa ogni altra parte del Campo, sotto la medesima pena. Non si potevano fare contratti se non dopo essere stato aperto il Campo dal Deputato di Polizia, sotto la stessa pena.
Ognuno doveva portare rispetto al Deputato ed obbedire alle disposizioni ed agli ordini che avrebbe dato, analogamente alle circostanze, sotto la medesima pena ed altre pene corporali secondo le circostanze dei casi.
La pubblica Forza Carabiniera non solo doveva assistere sempre e coadiuvare il Deputato con la responsabilità nell’esecuzione, che era di suo istituto, ma doveva anche arrestare e tradurre in carcere coloro che si fossero resi non obbedienti alle disposizioni ed agli ordini del Deputato, ed inquieti avessero commesso delinquenze, contro i quali si sarebbe proceduto come di ragione.
La notificazione fu affissa nei soliti luoghi della Città, cioè al Poggio, nella piazza comunale e nella Fontana situata nel luogo della Fiera ed obbligò ciascuno all’obbedienza.
Arruolamento volontario - 1831
NOTIFICAZIONE SULL’ARRUOLAMENTO VOLONTARIO PER LE TRUPPE DI LINEA
Il 7 giugno 1831 il Presidente delle Armi Giuseppe Ugolini di Macerata, che rivestiva quella carica dal 1828 per il rafforzamento dell’esercito che fu ampliato e di cui si avviò il processo di professionalizzazione, notificò a tutti i comuni dello stato pontificio che il Papa Gregorio XVI , il benedettino Bartolomeo Cappellari di Belluno, volendo dare all’ordine pubblico ed alla tranquillità generale dei cittadini, per via di forza armata, il fermo sostegno , decretò di provvedervi con l’accrescimento della Pontificia Truppa di Linea con ottomila uomini, col mezzo dell’arruolamento volontario.

Chiunque di onesta e civile condizione appartenente alla Milizia Pontificia condusse e consegnò al comandante delle guarnigioni 100 reclute idonee ebbe il grado di Tenente. Chi ne portò 200 fu Capitano, chi 600 Maggiore, chi 800 Tenente Colonnello, chi 1.600 Colonnello, tutti col soldo e gli oneri corrispondenti.
Inoltre i Cadetti, gli Aiutanti sottufficiali, i Sergenti Maggiori ed i Sergenti che presentarono 50 reclute furono promossi al grado di Sottotenente, i Sottotenenti al grado di Tenente con altrettante, i Tenenti che presentarono cento reclute al grado di Capitano.
I Comandanti delle guarnigioni, quando trovarono le reclute atte al servizio, segnarono il loro arruolamento e dal giorno del medesimo queste furono pagate di soldo e mantenute a carico del Governo.
Non fu accettato né arruolato chi non aveva la figura e la costituzione adatta al servizio militare e la statura idonea, chi era sposato, chi aveva dei difetti fisici, chi non aveva pregiudizi.
I nuovo soldati avevano inoltre l’impegno dell’obbligo di servire fedelmente per quattro anni consecutivi.
Tutti coloro che si adoperarono al reclutamento volontario si premunirono di una Lettera credenziale che fu rilasciata dal Presidente Giuseppe Ugolini, dal Generale Comandante delle Truppe Pontificie, dal Preside della Provincia e dalla Distrettuale Autorità Governativa.
Le reclute volontarie furono condotte ed accettate a Roma, Frosinone, Civitavecchia, Civitacastellana, Spoleto, Perugia, Macerata, Fermo, Ascoli Piceno, Ancona, Pesaro, Bologna e Ferrara.
La notificazione fu prodotta, per la diffusione, a Roma nella stamperia della Reverenda Camera Apostolica.
Come si evince, durante il periodo dello Stato pontificio, nella Provincia del Patrimonio di San Pietro in Tuscia, come in tutte le altre, la coscrizione non era obbligatoria ma solamente volontaria.