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• - SI DIMETTA! - di Renato Bagnoli.

Pubblicato da in Renato Bagnoli ·
Mi scrive il mio amico Bagnoli e in questo momento non abbiamo bisogno di polemiche o di contrasti tra maggioranza e opposizione serve combattere il nemico comune: IL CORONAVIRUS.
Ma qualcuno sembra che voglia polemizzare politicamente in questo momento così tragico. Approvo i messaggi del sindaco che è impegnato per il bene del paese del quale ha la guida, dissento dai messaggi politici di qualche componente della maggioranza che forse per pudore dovrebbe rassegnare le dimissioni per la importante carica che ricopre. Ci pensi. e faccia un esame di coscienza. luigi pica.
Questo il messaggio di Bagnoli:
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E’ la prima volta che sento l’esigenza di scrivere per esprimere il mio rammarico, la mia amarezza e la mia delusione per la violenza del linguaggio, che svilisce e offende la dignità delle persone, e i toni oltraggiosi e ingiuriosi di chi da tempo va dicendo a parole, ma non con i fatti, che ha a cuore il suo territorio e la sua gente.
 
Questo pomeriggio ho seguito con crescente sconcerto le esternazioni che un nostro amministratore locale ha diffuso attraverso un videomessaggio diventato, in poco tempo, “virale”.
 
Un'escalation di elucubrazioni mentali e offese all’onore e al prestigio di coloro che in queste settimane stanno cercando di affrontare l’emergenza biologica del Covid-19. Dichiarazioni che hanno fatto rabbrividire e vergognare tutti i tuscanesi e mi auguro anche tutta la maggioranza consiliare. Un amministratore pubblico che ha offeso gravemente le qualità morali, il prestigio e il rispetto che sono sempre dovuti a tutti coloro che esercitano pubbliche funzioni.
 
Scempiaggini delle quali si sarebbe dovuto vergognare immediatamente dopo averle riascoltate e che non avrebbe dovuto diffondere, se non per una questione di decenza almeno per rispetto dell’incarico pubblico che ricopre. Una manifestazione palese di disprezzo, dileggio, irrisione, o quantomeno aperta, forte disistima nei confronti dell’operato dell’autorità costituita.
 
Uno sfoggio di narcisismo autoreferenziale che sembra avergli prosciugato il pozzo della vergogna. Un bisogno di esibizione, cui si potrebbe dare anche la patente di autenticità, ma che in realtà è parte integrante di una società nella quale, per esistere, sembra necessario essere visti, individuati, notati, non solo nei successi, ma anche nelle fragilità e nelle pieghe più intime.
 
Dove non è vergogna, mancano virtù e onore.
 
Le istituzioni sono una cosa seria e i ruoli che si ricoprono all’interno di esse sono il dettato di un impegno politico amministrativo assunto prima con la propria coscienza e poi con i cittadini. Quale modello culturale e politico avrebbe voluto mostrare costui ai suoi concittadini?
 
Una volta si sentiva spesso la frase: “Ma lei non si vergogna?”. Oggi non si sente più. Probabilmente perché la risposta sarebbe: “Ma è ovvio che non mi vergogno. Perché mai dovrei vergognarmi?”. Vergogna è una parola scomparsa. E’ il sentimento che si prova quando si sa di aver compiuto un atto che la coscienza morale condanna. Non ci si vergogna più forse perché si è venduta la propria coscienza morale?.
 
Non ci sono parole per commentare quelle di assoluto disprezzo che sono state rivolte al Presidente del Consiglio, ai parlamentari e al comportamento delle Forze dell’Ordine.
 
Non si può accettare l’atteggiamento di chi si avvale del proprio ruolo per soddisfare un innato bisogno di protagonismo. Tuscania non è un palcoscenico e il resto dei Consiglieri di maggioranza hanno il dovere di tutelare i cittadini da queste condotte.
 
SI DIMETTA! Questo comportamento non rispetta il ruolo che ricopre.
 
Considerato che il pudore non è certamente virtù di cui costui possa fregiarsi, chiedo al sindaco e a tutta la maggioranza di prendere le distanze da un rappresentante che con la sua iniziativa ha infangato non solo l'amministrazione cittadina, ma l'intera comunità tuscanese.
 
I responsabili della cosa pubblica sul territorio non si possono consentire uscite simili, non posso far passare sotto silenzio una maniera di pensare che offende non solo tutti noi, ma l’intero Paese. Le istituzioni hanno il compito di agire bene e di non lanciare accuse immotivate ed ingiustificate che sanno tanto di sterile campagna elettorale.
 
La storia insegna che chi minimizza, nasconde o sottovaluta diventa complice della violenza, anche se solo verbale.
 
Renato Bagnoli
 



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