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* PATRIMONIO ARCHEOLOGICO DI TUSCANIA: UN’ALTRA SCOPERTA DI ROBERTO QUARANTOTTI

Pubblicato da Valeria Sebastiani in Opinione · 20/3/2012 08:49:30

Si deve a Roberto Quarantotti un’altra scoperta sul patrimonio archeologico di Tuscania. Lo studioso dell’antico popolo etrusco ha pubblicato sul periodico di informazione culturale "Archotuscia news" un interessante documento che prova la provenienza dal territorio tuscanese, precisamente dalla necropoli di Pian di Mola, di un fronte di sarcofago etrusco conservato al museo di Villa Giulia, a Roma.

"Tempo fa ho rinvenuto tra le mie carte un foglio ingiallito e consumato dal tempo..." - scrive Quarantotti.

Il foglio è un manoscritto di Giuseppe Cerasa che intorno agli anni venti- trenta, del secolo scorso ricopriva l’incarico di Ispettore Onorario della Regia Soprintendenza Archeologica e fu per lunghi anni segretario del Comune di Tuscania. Nel manoscritto si parla del rinvenimento di un sarcofago nella necropoli etrusca di Pian di Mola. Il reperto si trovava all’interno di una tomba, semicoperto dal terriccio. Sul foglio si trova un’accurata descrizione del sarcofago. Lungo 2 metri,  largo e alto 65 centimetri.

Sul fronte si trovava la rappresentazione di due ippocampi disposti uno di fronte all’altro, in mezzo ai quali era scolpita una patera ombelicata. Sempre sul fronte, un’iscrizione, secondo quanto trascritto dal Cerasa, recitava: "Utna Velsinas Arntal Marcesla".

Il Cerasa annotava sul manoscritto di come fosse difficile estrarre il sarcofago dalla tomba, ma anche di come sarebbe stato possibile recuperare almeno il fronte dello stesso, segandolo in due parti.

Quarantotti ci racconta di aver sempre sperato che il progetto del Cerasa non si fosse realizzato e che il sarcofago "riposasse" ancora nella sua ultima dimora, intatto. La scoperta dello studioso però ha prodotto ben altri esiti.
"Consultando la rivista "Studi Etruschi"- spiega Quarantotti - ho trovato un articolo di Maurizio Cristofani che segnalava tra i reperti di Villa Giulia un fronte di sarcofago diviso in due parti  con su raffigurati due ippocampi e una patera ombelicale disposta centralmente.

Il Cristofani nel suo articolo narra come non sia nota la necropoli di provenienza ma che il territorio di origine del reperto sembra essere quello di Tuscania. Nel sarcofago descritto dal Cristofani è presente l’iscrizione già citata dal Cerasa: Eca Mutna Velsinas Arntal Marcesla".

Quarantotti la traduce per noi: "Questa è la tomba di Velsinas Arunte figlio di Marces". Allo studioso è stato subito chiaro come il Cristofani, nel suo articolo, parlasse proprio del sarcofago rinvenuto nei primi decenni del secolo scorso, descritto dal Cerasa.

E’ chiaro come l’ispettore della Regia Soprintendenza abbia infine messo in atto il suo proposito di "segare" in due il fronte del sarcofago, per poterlo così estrarre dalla tomba originaria, che tutt’oggi resta ignota.
Grazie alla ricerca di Roberto Quarantotti oggi sappiamo che la tomba si trova all’interno della Necropoli di Pian di Mola.

"E’ auspicabile, a mio parere - spiega Quarantotti - che il reperto torni al Museo Archeologico di Tuscania in attesa che, dopo il rinvenimento della tomba di provenienza, non ancora rintracciata, possa essere ricostruito nella sua interezza".

"Forse il mio resterà un sogno - conclude Quarantotti - un sogno però non impossibile...".

Anche noi vogliamo essere ottimisti sull’esito della vicenda e speriamo, insieme allo studioso tuscanese, che il sarcofago di Arunte torni al suo posto, per dare nuova pace al defunto, ma anche alla città di Tuscania, troppo spesso privata dei suoi tesori e dimenticata dalla Storia e dalle istituzioni.





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