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* LA PARATA DEL 2 GIUGNO S’HA DA FARE COMUNQUE: LA CELEBRAZIONE LITURGICA DEL REGIME, DELLE CASTE E DEI PRIVILEGI

Pubblicato da Luigi Cardarelli in Articoli Toscanella · 1/6/2012 08:17:43

E Re Giorgio nostro alla fine disse no, nessun infausto evento può bloccare la parata per la festa del 2 giugno! Si deve fare "a divinis" come tutte quelle manifestazioni che celebrano i regimi con le loro potenti e grasse oligarchie.  Magari in forma sobria e ridotta, ma pur sempre da patrioti all’italiana.

Liturgia interessata e pontificata da tutte queste caste e cricche a cui non interessa nulla della nazione, ma che adorano esclusivamente questo stato e la sua onnipotente super burocrazia. Strenuamente devoti all’Italia che mantiene inalterati privilegi inalienabili, che permette loro molto più che a qualsiasi normale e retto cittadino. Roba da forze armate e non da citoyen.

Questo sfoggio becero e patetico di finta italianità mostrato soprattutto ai mondiali di calcio oppure al colle Quirinale. Ostentato da tutto il gran ceto di sub democratici che per una vita intera hanno professato e creduto ben ad altro. Così come son penosi e sciatti quei pochi residui berluscones che vorrebbero dichiarare quasi guerra all’India pur di farsi restituire i due marò che molto probabilmente hanno ucciso.

Dimenticandosi in fretta d’aver taciuto e basta per la spocchia subita dagli americani nella strage del Cermis. Sono proprio coloro che non hanno combinato nulla per riportare a casa il super assassino Cesare Battisti; anzi non lo hanno neppure quasi chiesto al presidente Lula perchè impegnati nei festini di Lavitola.

E che non citano mai i tanti casi alla Rossella Urru. Ma quando mai oggi un italiano medio potrebbe vantarsi della bandiera tricolore con quel che succede qui da noi, non di certo da qualche lustro appena? Semmai il sentimento nazionale dovrebbe aiutare la popolazione a condividere ed aiutarsi davvero in mezzo alle disgrazie. Sono gran patrioti ormai giusto le forze dell’ordine e gli italioti della politica che ci campano alla grande: ma no fors’anche le banche che si prendono 5 euro a commissione per i bonifici a favore dei poveri fratelli terremotati emiliani. Seguendo la prassi antica svelata da Platone per cui "la giustizia è solo l’utile del potere costituito".

Onore a Gramellini Massimo che scrive "meglio fra i terremotati che in mezzo ai carri armati". A me però viene subito in mente il sommo pensatore Julius Evola ed il suo aforisma, "la mia patria è lì dove vincono le mie idee".
luigi cardarelli




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