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* SULLA CHIESA DI SAN GIUSEPPE di Massimo De Franchi

Pubblicato da in Articoli Toscanella · 19/3/2012 17:20:23

Dalla visita pastorale del vescovo Alessandro degli Abati Olivieri, seguita il 24 aprile 1744 vengono elencati gli altari del Suffragio, di San Nicola di Bari, del Crocefisso e della Madonna del Terremoto, la quale si dice nella nota a basso, era di recente erezione, era stato forse costruito dopo la scossa tellurica che era stata avvertita l notte del 14 gennaio 1703, alla quale ne era stata seguita da una seconda il 2 febbraio successivo.

Un altro terremoto si verificò il 28 agosto 1717, come riportato dal Signorelli (G.). Le prime notizie della Confraternita sono contenute nella Visita Pastorale fatta dal Vescovo cardinale Tiberio Muti il 19 aprile 1630. La dimora della Confraternita si trova presso la chiesa di San Vincenzo, dove era stato eretto un’altare a San Giuseppe. La confraternita concorse alla costruzzione dell’attuale chiesa di San Giuseppe, e la prima pietra fu posta 7 maggio del 1654 in contrada Strada Mestra, sotto la giurisdizione della Cattedrale.

La Chiesa fu ultimata all’inizio del secolo seguente e durante la visita del Vescovo cardinale Andrea Santacroce, egli "trovò la sistemazione interna molto decorosa" La Confraternita di San Giuseppe, adottò la la veste bianca col rocchetto ed il cordone blu. Nel 13 maggio 1696 la Compagnia fu aggregata all’Arciconfraternita di San Giuseppe eretta nella Chiesa romana di San Pietro in Vincoli.

Abbiamo dato una particolare importanza a questa fabbrica, per presenza della famiglia Consalvi all’interno di questa e poi nella Congregazione: già nel 1600 un Ercole Consalvi era canonico della Cattedrale. Nella visita Pastorale del 1708 si riporta che "la tela dell’Altar maggiore che raffigura il Transito di San Giuseppe era ornata con lo stemma gentilizio dei Consalvi "che forse l’avevano donata". Nella Sacristia, poi anticamente si potevano osservare i quadri dei busti dei Cardinali Ercole Consalvi e del Cardinale Fabrizio Turiozzi, due personaggi ormai illustri nella Tuscania di quell’epoca.

I Consalvi ed i Brunacci sono anche vicini di casa: l’antenato Francesco Paolo Brunacci (prese in sposa Giulia Antonia Consalvi) è padre di Giovanni Gregorio Brunacci-Consalvi, é contemporaneo di Ercole Consalvi precedentemente nominato, e tutti e due sono Confratelli della Compagnia di San Giuseppe. Qui dobbiamo qui fare un breve ritorno all’albero genealogico dei Brunacci, perché la fusione delle due casate non è un intreccio casuale, ma la lenta integrazione di famiglie già alleate nel tempo. Da Francesco Paolo Brunacci (1577/1625), nasce Gregorio (1616/1673). Uno dei suoi figli, Francesco Felice, sposa in seconde nozze Giulia Antonia Consalvi nel 1697.

Da questo secondo matrimonio nasce Giovanni Gregorio Brunacci (1616–1673) avo del Cardinale Consalvi, e anche Confratello della Congregazione. Logicamente la partecipazione delle due famiglie si ritrova all’interno della chiesa. Anche il Cardinal Ercole Consalvi anche se ci mancano prove certe, egli fu diciamo conseguentemente poi Confratello della Congregazione. Esser parte della Congregazione sembra essere parte dell’eredita della famiglia.


La festa di San Giuseppe era ricordata ogni anno con grande solennità . Riportiamo per esteso il racconto pubblicato dalla Rassegna.

“La chiesa veniva adornata con addobbi che erano presi in affitto a Viterbo e dalla stessa città venivano invitati i cantori per la messa solenne, durante la quale veniva tenuto il panegirico del Santo. La festa comprendeva anche delle manifestazioni esterne come l’imbandieramento della piazzetta e di un tratto della via Maestra, fatto con strisce di carta colorata e l’esposizione del vessillo giallo della confraternita con giglio bianco al centro. Partecipava alla festa anche la banda musicale che attraversava le vie cittadine e vi era allegra presenza di venditori di palloncini, dolciumi e frutta secca. Concludeva la festa il lancio del grande pallone che si perdeva nell’aria trasportato dal vento.”

Per tutti questi motivi, per noi la chiesa assume una grande rilevanza nel contesto  cittadino dell’epoca. Del resto c’è come una progressione della presenza delle due famiglie. Notiamo che sulle due colonne mozze che si erigono davanti all’altare, c’é lo stemma della casata Brunacci: un granchio con due stelle, una sopra ed una sotto, in campo Poi quando Ercole Consalvi, rimasto senza eredi diretti maschi, chiede a Gregorio Brunacci l’accordo della completa assunzione del nipote Giovanni Gregorio del nome della casata, già che é figlio di Francesco Felice Brunacci/Consalvi. Affinché il nome della casata Consalvi non vada perso, non é difficile a Giovanni Gregorio anteporre il Consalvi a quello suo originario Brunacci diventando Consalvi/Brunacci con in cambio la totalità dell’eredita Consalvi e conseguentemente si trasferisce a Roma dove morirà.

1 Con la presenza dei Gesuiti a Tuscania, era stata istituita in quell’epoca la Congragazione degli Artisti, che si trasferì più tardi nella Chiesetta della Pace di giurispatronato della Famiglia Fani.
2 Rassegna, p. 69

3 Durante il periodo vescovile del Turiozzi, assieme, restaurarono completamente la Chiesa di San Pietro facendo finanziare il restauro con un Fondo speciale emesso da Pio VII per la ricostuzione delle opere ecclesiastiche in rovina, cosi facendo riparare il tetto e le mura esterne, e poi restaurando i colonnati interni che si erano molto deteriorati con il tempo. Una lapide all’interno di San Pietro li ricorda specialmente.

4 Giovanni Gregorio Brunacci Consalvi, è fatto dal Papa Marchese di Arunte. Il Giuseppe Angelucci, qui sopra citato, ricorda "si vedono ancora i ruderi del Castello d’Arunte, gia appartenente alla Fam. Brunacci-Consalvi e sui terreni ad esso circostanti era costituito il titolo di Marchesato di detta Famiglia." p. 16
5 Sposa la Marchesa Angela Perti. Il 20 maggio 1753 é fatto Marchese di Arunte, del territorio appartenente a Tuscania.




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