Arsenico nell’acqua di Tuscania, esplode la protesta: “Servizio inesistente ma bollette da 200 euro”

Con un’ordinanza firmata il 25 settembre, il sindaco di Tuscania Fabio Bartolacci ha imposto il divieto cautelativo di utilizzo dell’acqua per fini alimentari nelle aree servite dalla rete idrica Quercette.

 

La decisione arriva dopo le analisi dell’Asl di Viterbo, che hanno segnalato valori di arsenico oltre i limiti di legge: 11 µg/l alla fontana di San Pietro e 12 µg/l all’uscita dell’impianto Quercette, a fronte del massimo consentito di 10 µg/l. Fino a quando la società Talete non interverrà con le necessarie misure correttive, l’acqua potrà essere usata solo per scopi tecnologici e per l’igiene domestica.

L’ordinanza ha fatto esplodere la protesta dei cittadini, già provati da mesi di disservizi. Molti raccontano di pressioni così basse da rendere inutilizzabili caldaie e lavatrici, con conseguenze pesanti sulla vita quotidiana.

Sui social network è montata l’esasperazione: «Paghiamo 200 euro ogni due mesi, è inaccettabile. Da mesi non abbiamo un servizio adeguato e nessuno fa nulla», denuncia un residente. Un altro aggiunge: «Così non si può andare avanti. Le bollette restano care, ma l’acqua non è potabile e spesso nemmeno sufficiente per l’igiene personale».

C’è chi definisce la situazione «insostenibile» e chi accusa le condizioni ormai compromesse della rete idrica: «Le tubature sono vecchie. Bisogna iniziare a segnalare ufficialmente i danni, anche perché ora siamo esposti al rischio arsenico».

Altri parlano di disagio continuo: «Sono cinque settimane che la caldaia è ferma per mancanza di pressione. La lavatrice non parte. Non abbiamo neppure l’acqua necessaria per lavarci».


Fonte: Viterbotoday