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● - LE TERME DEL PERIODO ROMANO A TUSCANIA. di Mauro Loreti

Pubblicato da in Mauro Loreti ·

A Tuscania è ancora visibile una parte di queste lungo la strada che conduce alla chiesa di Santa Maria Maggiore. In una foto del 1961 si vede un mosaico di cui c’è  uno simile nel museo di Badalona nella Catalogna. Vicino alle terme, scrisse Alessandro Aureli nel 1910, furono fatti degli scavi nel passato e si trovarono due statue che furono poste nella parte alta della facciata del palazzo comunale (rappresentano la giustizia e la maternità) ed una statua della dea Venere in alabastro.


 
Leggiamo nel libro di Secondiano Campanari scritto nel 1855 :” Può bene argomentarsi che una terma quivi esistesse all’epoca etrusca, ristorata poi ed ampliata ai tempi dell’impero romano (periodo augusteo) … Quella parte di terme furono scoperte nel 1813 da quei tre valentuomini che furono il Cardinal Fabrizio Turriozzi, Francescantonio Turriozzi e Vincenzo Campanari, mio padre. … I tuscanesi fabbricarono le loro terme nel basso della città, ove i circostanti edifici difendevanli dall’impeto del freddo dei venti aquilonari … il pavimento era messo a mosaico … e qui ancora il solajo era lavorato a mosaico. Ebbero i tuscanesi magnifici bagni che ristorarono e rifecero più belli e ricchi che non erano prima e che ornarono d’ogni maniera di marmi, di mosaici, di busti, di statue; perciocché quella cara suppellettile di figure di rilevo di marmo, di ritratti, di bassorilievi di che tanto  abbellivano le case del nostro (Alfonso) Donnini, oggi (palazzo) dei vescovi, fu quivi nella più parte dissotterrata … e che vedete pur oggi in ordine disposti nel grande atrio del palazzo episcopale insieme  a maschere sceniche che furono forse l’unico segno rimastoci di ornato e ricco teatro.”


 
Nel 1920  Goffredo Bendinelli, archeologo e storico dell’arte, scrisse:” Sulla fine del 1915 il Municipio di Tuscania iniziò i lavori di rettifica e di allargamento della strada che dalla porta meridionale (San Leonardo) della città conduce alla chiesa romanica monumentale di Santa Maria Maggiore, sotto il colle di San Pietro. Poco dopo iniziati i lavori di sterro dalla parte della chiesa, dove è la maggiore depressione di terreno, tornarono alla luce avanzi di antiche costruzioni che, per l’interessamento del locale ispettore onorario, cav. Giuseppe Cerasa, provocarono, sui primi del 1916, l’intervento di personale della Soprintendenza degli scavi. Dopo la guerra apparvero pozzi, altri avanzi di antiche costruzioni, cunicoli, una camera a pareti intonacate, tubi di terracotta, lastre di marmo, il calidarium ( la sala riscaldata per prendere il bagno caldo e sudare)  di un edificio termale,un rocchio di colonna , una base di transenna in marmo di Carrara, un lastrone iscritto di marmo. …


 
Non si potrebbe negare che i poderosi avanzi di fondazione scoperti nel 1915 appartenessero all’antica città fortificata. In età imperiale, smantellato il muro di cinta, i resti di esso servirono di appoggio a edifici di vario genere, pubblici e privati, poiché si costruiva dentro e fuori, indifferentemente. Che i vani sopra descritti facessero parte di un edificio termale è innegabile; essendo stato scoperto il calidarium ed il frigidarium ( la sala con la vasca per il bagno freddo, alla quale si giungeva dopo aver passato il calidario ed il tepidario) .


 
Dai resti di fabbriche ultimamente scoperte è lecito dedurre che la città romana si stendeva sulle falde ed ai piedi dell’antica acropoli etrusca.” Nel 1970 Stefania Quilici Gigli, professore di topografia antica, aggiunse :” Sulla parete di destra della collina, tagliata per questo nuovo accesso a Tuscania, si notano, per quanto molto più consumati e risezionati da fabbricati più recenti, i primi due pozzi ed il cunicolo successivo. .. a monte di questa zona sono le rovine delle terme vere e proprie.
 
Salendo riconosciamo chiaramente una grossa vasca … due pareti in blocchi di tufo, una platea, una piccola vasca, un ambiente con pavimento in mosaico a tessere bianche e nere con la decorazione di un delfino e lastre di marmo. Nelle vasche possiamo indicare il frigidario ed il calidario. Il tepidario  ( ambiente di passaggio tra quelli destinati al bagno caldo ed al bagno freddo: talvolta serviva anche da spogliatoio) è stato completamente tagliato dalla strada.”
 
Mauro Loreti



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