● - PIETRO BENEDETTI: “CONCLUSO IERI IL PRIMO MODULO DEL MASTER IN "NARRATORI DI COMUNITÀ" TARGATO UNITUS E& BANDA DEL RACCONTO - VENERDÌ 3 AL VIA IL 2° MODULO. - Succede a Tuscania - Toscanella - 2017


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● - PIETRO BENEDETTI: “CONCLUSO IERI IL PRIMO MODULO DEL MASTER IN "NARRATORI DI COMUNITÀ" TARGATO UNITUS E& BANDA DEL RACCONTO - VENERDÌ 3 AL VIA IL 2° MODULO.

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Si è concluso ieri il primo modulo del master di I livello per “Narratori di comunità”. Attivato dall’Università degli studi della Tuscia per l’anno accademico in corso, il master è prestigiosamente ospitato in seno al Dibaf e affidato a un corpo docente misto, la cui barra di timone è stata affidata agli uomini di Banda del racconto.
 
Venerdì, dopo i saluti del rappresentante del dipartimento ospite è stata la volta di quelli portati dal consigliere regionale Riccardo Valentini, vero demiurgo istituzionale della “poetica” del master stesso). Successivamente i 24 apprendisti hanno ascoltato con concentrata curiosità la lectio magistralis di Antonello Ricci incentrata sulla figura del narratore secondo Walter Benjamin. A seguire, una fregolesca performance di Pietro Benedetti che ha portato in scena alcuni suoi cavalli di battaglia: Pietro Rossi, il garibaldino dimenticato dai viterbesi; l’indimenticabile poeta popolare Alfio Pannega.
 
Sabato mattina invece, la comunità “itinerante” dei narratori, maestri e apprendisti si è spostata in uno dei luoghi più densi di genius patrimoniale del centro storico di Viterbo: la ex-chiesa di Santa Maria della Pace attuale sede del Sodalizio dei Facchini di Santa Rosa. Alfonso Prota vi ha iniziato i discenti alla “filiera” lessicale tipica dell’esperienza denominata Banca del racconto. I graditissimi saluti portati dal presidente del Sodalizio, Massimo Mecarini, si sono trasformati invece in un vivace dialogo-dibattito su imperativi e difficoltà per una sempre migliore messa in valore – più universale, meno localista – dello straordinario paradosso patrimoniale rappresentato dal riconoscimento Unesco per la Macchina come bene culturale “immateriale.
 
Al termine del pomeriggio di sabato, ci si è ritrovati intorno a una saporita bruschetta che ha sigillato la visita narrata ai locali del frantoio “Il Paradosso” di Mario Matteucci, artigiano di stirpe. Sito nel cuore della Viterbo medievale, con il suo intrigante museo “selvaggio” – caratteristica rimarcata con forza dall’antropologo di Banda Marco D’Aureli esso rappresenta un unicum dalle feconde potenzialità: una inedita quanto armoniosa convivenza tra filiera produttiva attiva e percorsi nella memoria ergologica del territorio come biglietto da visita turistico-culturale per il centro storico locale.
 
Domenica infine – anticipavamo in apertura – il finale pirotecnico: dopo la visita al Museo del brigantaggio di Cellere, tutti intorno al fuoco di una capanna d’artista – nel pianoro della Maremma papalina– in compagnia dell’ospite e demiurgo Vincenzo Gioiosi detto Cencio (nella foto a sx). Pecoraio di stirpe e amico di vecchia data di Banda del racconto.
 
La comunità di apprendimento si è trattenuta, per tutto il primo pomeriggio, a tirare le somme di questo primo turno. L’appuntamento con prossimo ciclo del master è per venerdì 3 marzo. Di nuovo indoor, nell’aula blu del Dibaf. Si parlerà di paesaggi culturali e di archeologia e paesaggio.



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