
Foto di repertorio

Il 16 febbraio 1825 dalla Cancelleria Generale Capitolare della cattedrale di San Giacomo Maggiore Apostolo scrisse un Editto per il prezioso tempo della quaresima:
- non si potevano mangiare cibi proibiti eccettuato l’Ospedale ed il Monastero;
- nelle bettole, osterie ed alberghi non si poteva preparare o mangiare sorta alcuna di carne o altra vivanda proibita;
- non si potevano fare balli, veglie, commedie e bagordi, suonare o cantare per la città;
- nessun ciarlatano o chiunque altra persona con suoni e canti o senza di essi poteva far circoli o adunanze anche sotto pretesto di vendere i medicamenti;
- era vietato giuocare e far giuocare nelle proprie case e nelle bettole, giocarsi con formaggio o ruzzola nei giorni festivi ed in quelli feriali in tempo di predica.
Nel giorno solenne della Pasqua tutte le botteghe e le bettole dovettero rimanere chiuse. Veniva inoltre raccomandata l’esatta osservanza del digiuno quaresimale.
Per i trasgressori erano previste pene pecuniarie da scudi uno, due, dieci e venticinque o tre e cinque giorni di carcere.
Alberto Eusebio Arieti