Fiera di Toscanella - Toscanella

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Fiera di Toscanella

Scrivono per noi > Alberto Eusebio Arieti
 
NOTIFICAZIONE DEL GOVERNATORE DI TOSCANELLA E DEL SUO CICONDARIO. di Alberto Eusebio Arieti
 
 
Il giorno otto maggio 1827 il Pretore Avvocato Giuseppe Sgambella, che allora era chiamato Governatore , essendosi saggiamente cambiato il luogo dove si svolgeva la Pubblica Fiera, che in ogni anno ricorreva in Tuscania nel giorno dieci del mese di maggio, e stabilito fuori le due porte superiori nel sito detto il Prataccio, nei campi continui del Seminario e dell’Arcipretura nonché nel pezzetto di terra al limite della strada di Piansano e parte della Piazza di Sant’Antonio, attuale piazza Trieste,  e circoscritto con una staccionata,  al fine di stabilire un ordine e prevenire inconvenienti, dalla Residenza Governativa  di Toscanella dispose che nessuno poteva situare il bestiame, che avrebbe condotto nella Fiera, per la strada e la piazza di Sant’Antonio, ma avrebbe dovuto porlo nell’interno del luogo suddetto, come destinato, sotto la pena pecuniaria di Polizia.



 
In rapporto al bestiame vaccino, ad effetto di evitare disgrazie, doveva essere tutto situato nel cosiddetto Prataccio, esclusa ogni altra parte del Campo, sotto la medesima pena. Non si potevano fare contratti se non dopo essere stato aperto il Campo dal Deputato di Polizia, sotto la stessa pena.  
 
Ognuno doveva portare rispetto al Deputato ed obbedire alle disposizioni ed agli ordini che avrebbe dato, analogamente alle circostanze, sotto la medesima pena ed altre pene corporali secondo le circostanze dei casi.

La pubblica Forza Carabiniera non solo doveva assistere sempre e coadiuvare il Deputato con la responsabilità nell’esecuzione, che era di suo istituto, ma doveva anche arrestare   e tradurre in carcere coloro che si fossero resi non obbedienti alle disposizioni ed agli ordini del Deputato, ed inquieti avessero commesso delinquenze, contro i quali si sarebbe proceduto come di ragione.
 
 
La notificazione fu affissa nei soliti luoghi della Città, cioè al Poggio, nella piazza comunale e nella Fontana situata nel luogo della Fiera ed obbligò ciascuno all’obbedienza.
 
Alberto Eusebio Arieti
 
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