S. Giuseppe - Toscanella - Il Monastero S. Paolo

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S. Giuseppe

CELLA DOVE APPARVE S. GIUSEPPE

Nel 1881, una giovane novizia era immobilizzata a letto da un anno circa, per un tumore maligno che i medici davano per incurabile.
La mattina dell'8 marzo, mentre la comunità era in Coro ad assistere alla S. Messa, l'ammalata vide aprire la porta della Sua cella ed entrare un uomo. Alquanto meravigliata, perché solo e senza l'accompagnatrice come è di regola, gli chiese chi fosse: «Sono il falegname del Monastero" rispose lui e prendendo una sedia si accomodò. Assai perplessa, ma convinta della sua affermazione, non fece alcuna obiezione anche per la sua grande semplicità.

«Che cosa avete?" le domandò. «Dicono che sia un brutto male e che non c'è nulla da fare", rispose la novizia con tanta umiltà. «Abbiate fiducia in Dio ", soggiunse il falegname. Poi alzandosi in piedi, così, silenziosamente come era entrato, se ne andò via.
Intanto la novizia nell'osservarlo (come raccontò ella dopo) constatò che aveva due occhi meravigliosi: «Come due stelle" diceva, e le mani così affusolate e diafane da far pensare che per un falegname erano troppo belle.

Terminata la S. Messa, la monaca infermiera tornò alla sua inferma e con sorpresa vide la sedia spostata; nel rimetterla a posto chiese chi mai l'avesse lasciata nel mezzo della cella quando lei stessa, poco prima" aveva messo ogni cosa in perfetto ordine. «Il falegname che è venuto poc'anzi! " rispose l'inferma. « Il falegname? " ripeté sbigottita la consorella infermiera. « Ma se nessuno è entrato e le chiavi della portineria le ha ancora la Madre Abbadessa!?..". « Eppure mi ha detto così... si è anche seduto e mi ha detto di avere fiducia in Dio!...". A queste parole l'infermiera corse subito a chiamare la Madre Abbadessa, convinta che la novizia, nel suo grave male, stava ora perdendo il lume dell'intelletto!...
Si provocò allora tra le monache un certo panico e bisbiglio perché nessuna si poteva rendere conto chi fosse questo « misterioso falegname" dato che nessuno era entrato in Monastero. Anche per la sedia si fece un po' di confusione. Rimettendola a posto venne il dubbio quale delle due fosse la sedia dove si sedette il falegname. La Madre Abbadessa, che tanta devozione aveva per San Giuseppe e lo aveva tanto pregato per la guarigione della giovane novizia, comprese che qualcosa di straordinario era avvenuto.

Con la sua fede ardente, prese le due sedie, si inginocchiò in preghiera e disse: « S. Giuseppe, se siete stato veramente voi, date un segno in quale delle due vi siete seduto". ... In maniera straordinaria una sedia prese a muoversi senza che alcuna mano visibile la toccasse...
La Madre Abbadessa, seguita da tutte le monache, stringendosi la sedia al cuore, tremante e piangente, ringraziò il buon Dio per essersi degnato di concedere alla Comunità un dono tanto grande e mirabile!
La novizia guarì completamente e visse in piena salute fino a 85 anni in una vita di nascondimento, di preghiera e grande semplicità!
Anche oggi si conserva gelosamente il culto a S. Giuseppe, e tutte le ansie, i bisogni, le sofferenze che portano i fedeli nelle loro continue visite, trovano il sospirato sollievo e la forza di affrontare tutte le difficoltà della vita quotidiana. Grande è il contributo che danno le Monache Clarisse con la preghiera all'opera di salvezza, vivendo nel silenzio del Chiostro, in letizia e in povertà.
 
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