La Tombola (divagazioni) - Toscanella - Il blog dei tuscanesi

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La Tombola (divagazioni)

Modi di vivere, tradizioni

Tombola- Divagazioni sulla tombola – Fatta la tombola, la gente se ne andò; la piazza rimase vuota e l’asfalto fu un mosaico di cartelle bucherellate, di bucce di arachidi, di bruscolini… Ero rimasto solo. Mi avvicinai al Monumento, sputai in terra e stavo per andarmene quando sentii diverse voci agitarsi nel vano della piazza. Mi guardai attorno: non c’era nessuno; solo i bianchi sedili palpitavano nella penombra dei muri. Le voci si ripeterono. Non era possibile!

- Ogni anno sto strazio! – Si lamentava il Monumento ai Caduti .- Non se ne può più! Qualcuno avesse almeno la bontà di buttarmi su una pastiglia di calmante… Eppure lo vedono che la testa mi duole! La tengo sempre tra le mani!
- - Tu ti lamenti? E che dovrei dire io? - Rispose l’uomo del sarcofago del muro dell’ospedale – A te la testa ti duole, a me si spezza. Eh, che bei tempi, quando non c’era questo maledetto altoparlante; quando Becolo gridava da qui sopra: Sedece, Vente…

Ma poi manco a farlo apposta tutti gli anni questo altoparlante me lo schiaffano qui, vicino all’orecchio. Quest’anno s’è rotto; ho inteso un tale, alto e svitato, che ha mandato tre o quattro benedizioni a quell’imbecille che ha attaccato le spine. Ha sbagliato buco e sono saltate le valvole.

- - Per questo la tombola è cominciata alle sette e mezzo! – Interloquì l’uomo del sarcofago posto vicino ai gabinetti. – Ho inteso uno che non la finiva più d’imprecare contro gli organizzatori. Erano parole di fuoco! Per fortuna che mio figlio, Peppetto, il restauratore comunale, l’ha messo qui vicino! Ho dovuto gridarlo, il birbantello: ascoltava con certi orecchi…
- - Insomma - Riprendeva il Monumento – o si rompe l’altoparlante, o quelli che vendono le cartelle non vengono mai in tempo, o per una fresca o per un’altra la tombola inizia sempre un’ora o un’ora e mezza dopo. La solita mancanza di organizzazione.
- - Per me va bene! - Intervenne la matrona vicina all’uomo del sarcofago dell’Ospedale.

- Per me va bene. Non si vede mai nessuno in Piazza e per una volta che la gente viene così in massa sono contenta che resti un po’. Mi piace seguire l’evolversi della moda.

- La moda cambia – Riprendeva il Monumento – Ma gli organizzatori qui a Tuscania non cambiano mai. Sono di una puntualità esagerata! Chi non è puntuale è come un bambinone che non si cura affatto del tempo dei grandi. Puntuali bisogna essere!
- Tu dici bene – Rispose il sarcofago dell’Ospedale – Ma come si potrebbe fare perché l’estrazione della tombola avvenga all’ora stabilita?

- Bene! – Grugnì con voce un po’ alterata il Monumento – L’impianto elettrico dell’altoparlante si prepara o si prova un’ora prima e i rivenditori delle cartelle devono presentarsi con il registro per le verifiche un quarto d’ora prima. Al ritardatario mille lire di multa. Credetemi, tutti diverrebbero puntuali.

Ora la Piazza era ritornata silenziosa. Diedi un ultimo sguardo al monumento, poi mi avviai verso casa. Dall’arco della torre di Montascide intanto era sbucato fuori il Grecio, il cane del Consorzio, che sgambettava verso la Porta: aveva udito un furioso abbaiare che proveniva dal Giardino Comunale.

Ottobre 1965


 
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