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• - IL COVID 19 HA SMONTATO IL BLUFF. di Vincenzo De Stefanis.

Pubblicato da in Blog Toscanella ·

 
In questo triste e indefinibile tempo, ho avuto modo, come credo e spero molti italiani, di riflettere sullo sconvolgimento delle nostre vite.
 
Per mia deformazione professionale, ho pianto e mi sono angosciato per la morte incomprensibile di troppi anziani, in particolare di tanti ricoverati nelle cosi dette R.S.A. o strutture assimilabili.
 
Mi tornano così alla mente le linee guida delle politiche socio-sanitarie degli inizi della mia attività lavorativa.
 
Fui, anzi mi ritenevo un operatore socio-sanitario del mio piccolo Comune di Tuscania, anzi della U.S.S.L. VT 2.
 
Mi è venuto in mente il  giorno della morte di Leda Colombini, credo il 06/12/2011, con la quale mi onoro di aver interloquito, fu scritto : “con la scomparsa di Leda Colombini perdiamo una donna straordinaria che ci ha insegnato tanto, per tutta la vita, si è battuta con energia e passione per tutelare e promuovere i diritti dei più deboli.”
 
E’ vero abbiamo perso Leda, come è normale nel ciclo naturale della vita, ma quello che mi rattrista è che con la Colombini abbiamo perso quel  “quel tanto che ci ha insegnato”.
 
E mi domando se quegli insegnamenti di Leda li avessimo perseguiti, oggi avremmo assistito impotenti a questa strage di persone anziane, del loro zaino pieno di storia, saggezza e cultura?
 
La Colombini non c’è più, ma c’è agli atti la legge Regione Lazio n° 11 del 03/febbraio/1976 “ Norme per lo sviluppo dei Servizi Sociali in favore delle persone Anziane”.
 
Si puntava su: Assistenza Domiciliare, Pasti a domicilio, Aiuto domestico, Servizio infermieristico domiciliare, Servizio di lavanderia e cura della persona, Appartamenti protetti, Centri diurni polivalenti, Soggiorni di vacanza ecc.
 
Tutti questi servizi furono attivati, nel nostro piccolo e in modo un po’ estemporaneo, con i contributi regionali e per una decina di anni hanno dato assistenza e dignità a tanti anziani e disagiati, poi inspiegabilmente (eufemismo) sono stati smantellati.
 
Quanto era politicamente e socialmente lungimirante quella scelta. Oggi gli scienziati e la politica credono che per il futuro la soluzione saranno i vaccini, magari anche utili per carità, ma forse c’è anche altro da ripensare.
 
Come si è potuto passare da quella scelta politica sociale e culturale, alla scelta, per altro antica,del ricovero massificante nelle R.S.A. tutte private che ottengono con estrema facilitazione gli accrediti e le convenzioni.
Ora abbiamo raccolto i frutti e sotto gli occhi abbiamo i risultati di tale scelta.
 
La società è cambiata! E’ cambiata come noi abbiamo deciso e voluto che cambiasse, come è stato possibile che la Politica abbia fatto le scelte, intrapreso la strada della semplificazione e della opportunità economica, per altro con conti che non tornano, anziché la scelta della giustizia dei diritti. (Domanda ingenua e retorica).
 
Questa mia semplificazione però turba la mia coscienza, perché, come le poesie imparate alle elementari, non mi passano dalla mente gli atti della Colombini e di Ranalli:
Lex R.L. n° 15 del 1976 sui Consultori Famigliari
Lex R.L. n° 67 del 1975 sulle Lavoratrici Madri
Lex R.L. n° 74 del 1974 sull’ Handicap
 
Ecc…ecc.. non vorrei apparire saccente e noioso.
 
Solo inquadrare una stagione e alcuni protagonisti; era il tempo della 833 del 28/12/1978 sulla Riforma Sanitaria e delle leggi esplicative della R.L. la nascita delle Unità Socio Sanitarie Locali, non riesco ancora a comprendere come è stato possibile arrivare alle Aziende Sanitarie Locali, non capisco, per me l’Azienda al massimo è Agricola. (vedi Dizionario Giuridico).
 
Erano gli anni della legge Basaglia la 180 DEL 13/maggio/1978, non posso pensare a oggi con il Covid 19 se fossero stati ancora aperti i Manicomi, ricordo il manicomio di Siena e quando gli operatori dell’equipe del Prof. Gervis riportarono a casa i nostri pazienti; era il tempo della 194, andare a rivedere oggi quella politica socio-sanitari non è temo perso, è come andare a rivedere il Settimo Sigillo di Bergman.
 
Cara Ass. Colombini, mi dispiace tanto, che dire, ricordiamo che sei stata una donna straordinaria, ma che abbiamo dimenticato le cose che ci hai insegnato, le tue profonde convinzioni e scelte politiche di cui sono testimonianza gli atti ma noi non ne abbiamo fatto tesoro.
 
Tu che non eri dell’OMS ci hai proposto un modello di organizzazione Socio-Sanitaria a misura di persona, vicino al più debole, soprattutto servizio pubblico, mentre noi ne abbiamo costruito uno basato su criteri economici e di profitto, su una gestione privata, sulla dominanza dei numeri, anziché sul rispetto, la solidarietà e sull’amore per la persona.
 
Guarda Tu che capolavoro siamo riusciti a mettere in piedi.
 
Non si dica che l’Assistenza Socio Sanitaria Pubblica costasse e costa troppo, è un onere per lo Stato non sostenibile.
 
Il Covid 19 ci ha smascherato, ha smontato il bluff; quanto ci costerà questa tragedia, questa catastrofe umana, sociale, sanitaria e economica, chi pagherà le spese, la Sanità privata e chi ha smantellato i servizi?
Ripartiamo, certo, con speranza e fiducia, ma come ripartiamo, come prima, fino al prossimo appuntamento con un virus o con chissà che altra cosa, poi cercheremo un nuovo vaccino?
 
Oppure, cogliamo l’occasione di questa scellerata tragedia, per ripensare un nuovo modello, facendo tesoro di ciò che di buono ci è stato lasciato in eredità, di Assistenza, per l’Italia e per l’Europa, sicuramente a partire da una “nostra” nuova consapevole scelta politica sui temi di cui si è parlato sopra, in più e in particolare di una urgente scelta di rivedere il rapporto fra l’umano e l’ambiente, la natura. Forse è necessario meditare sulle intuizioni di Papa Francesco in proposito, possiamo studiare e proporre di correggere questo modello di sviluppo.
 
Vincenzo De Stefanis
Tuscania 23 Aprile 2020



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