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• - QUANDO È DOVEROSO DIRE GRAZIE!

Pubblicato da in Renato Bagnoli ·
A volte si sente dire che non c’è nulla di cui essere grati. Ma c’è sempre qualcosa per cui esprimere gratitudine, fosse soltanto il fatto di poter godere di un nuovo giorno.
 
Esprimere gratitudine per ciò che si riceve significa sentire il nuovo nutrimento fluire dentro di noi ed esserne grati per poter restituire ad esso il giusto valore.
 
Perché scrivere una lettera di ringraziamento a una persona che fa solo il suo mestiere e per il quale è pagato a fine mese?. Si potrebbe obiettare che non è obbligatorio ringraziare qualcuno che comunque viene pagato per la sua prestazione!.
 
Da molto tempo ormai sembra che la gratitudine non sia più di moda ma io mi sento in dovere di farlo pubblicamente.
 
La sera del 20 marzo, intorno alle ore 19, sono passato vicino all’asilo comunale e ho visto un uomo che a bordo di un tosaerba stava sistemando il prato del giardino.
 
Si trattava di un dipendente comunale, un uomo che anche il giorno di Pasqua è stato presente per tutto il giorno al parco di Tor de la Vela adoperandosi per tenere costantemente ordinato e pulito il sito. Alla mia domanda se fosse stato comandato e retribuito per fare quello che stava facendo mi rispose che lo faceva di sua spontanea volontà e al solo scopo di presentare il parco nel migliore dei modi a turisti e cittadini. Rimasi molto impressionato dalla sua risposta. Tornai anche il pomeriggio, lo trovai al suo posto e ebbi modo di presentarmi e scambiare qualche parola con lui. E’ un uomo alla mano, gentile e umile che ti accoglie sempre con un sorriso sincero e una stretta di mano, a tratti riservato ma vero, senza angoli nascosti, niente menzogne, niente atteggiamenti di circostanza. Sguardo pulito, poche parole, emozioni sincere e tanto amore per il suo lavoro e il suo parco.

 

Il motivo della mia lettera è che quest’uomo è non solo un dipendente comunale esemplare, ma anche un lavoratore che, in virtù della sua sensibilità e del senso del dovere che lo contraddistingue, ha sofferto come poche altre categorie di lavoratori la progressiva perdita di prestigio e di fiducia che l’opinione popolare associa alla sua professione di dipendente comunale. Professione che, a parere del sottoscritto, non merita di essere ricompresa nei luoghi comuni che sovente definiscono il lavoro prestato in un ente che non sia privato. Al contrario, costui, è un dipendente pubblico fiero di esserlo e molto affezionato al suo lavoro, convinto che al suo ruolo siano richieste una sempre maggiore attenzione, disponibilità e presenza. Non mi sembra essere una persona di quelle che fanno sempre questioni di orari, di giornate festive o ferie visto che lo incontro spesso al lavoro dalla mattina presto sino alla sera tardi e anche nei giorni di festa.
 
La sensazione che mi ha trasmesso è stata quella di un uomo che svolge il suo dovere non perché qualcuno gli debba dire grazie ma per principio, per lui stesso, per la sua dignità di uomo e lavoratore.
 
Mi sembra una brava persona, un gentiluomo vecchio stile che crede nella fatica sperando nella giusta ricompensa, un uomo che al suo lavoro chiede in cambio entusiasmo, gratificazione e la sensazione di non essere un numero. E questo se per molti anni non è avvenuto, magari anche per mancanze ascrivibili a chi guidava la compagine comunale, da qualche mese finalmente gli è stato riconosciuta la sua dedizione e attaccamento al lavoro e da operaio “part time” è stato assunto con contratto a tempo indeterminato.
 
La crisi della politica e la mancanza di fiducia nelle istituzioni sono un dato oggettivo dell’attuale realtà italiana, a prescindere da ogni valutazione di merito sulle cause e sulle responsabilità; ed è altrettanto indubbio che non poca di questa sfiducia e disaffezione abbia colpito anche coloro che in un comune non rivestono ruoli politici o amministrativi ma sono legati all’ente da un rapporto di lavoro subordinato. Succede talvolta che dentro una squadra ci sia chi rallenta, chi inciampa, addirittura chi ferma la macchina. Ma questo avviene nel pubblico come nel privato, ed è responsabilità dei singoli, non certo di una categoria. Per questo vorrei dirgli grazie per il lavoro che svolge, grazie per come lo fa e per essere una presenza luminosa e indispensabile nei parchi, nelle aree verdi e in molti angoli della nostra città.
 
Il mio ringraziamento non è quello di un assessore o del sindaco che molto probabilmente devono molto alla sua dedizione ma è quello di un comune cittadino che lo esterna in qualità di utente dei servizi comunali e che riconosce il valore di una persona che svolge il suo compito con rispetto e spirito di sacrificio.
 
Vorrei ringraziarlo per come svolge con dedizione, scrupolo e competenza, la sua attività professionale a servizio della collettività e per distinguersi per impegno, diligenza, cortesia e per la sua capacita di relazionarsi con gli altri contribuendo così a dare un’immagine positiva ed esemplare dell'attività di questo comune.
 
Da cittadino, sarei ben lieto di incontrare sempre dipendenti pubblici come lui che smentiscono i luoghi comuni e riportano la realtà dei fatti dentro l’ambito corretto di un’attenzione e di una disponibilità che non sono di facciata.
 
Grazie.
 
Renato Bagnoli



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