• -E’ TRISTE VEDERE IL TEATRO RIDOTTO IN QUELLE CONDIZIONI. Di Regino Brachetti. - Succede a Tuscania - Toscanella - 2019

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• -E’ TRISTE VEDERE IL TEATRO RIDOTTO IN QUELLE CONDIZIONI. Di Regino Brachetti.

Pubblicato da in Blog Toscanella ·
Ho letto sul sito Toscanella.it, l’appassionata lettera con cui signor Bagnoli denuncia l’evidente degrado in cui versa il nostro teatro comunale. Scorrendo le sue parole ho provato sensazioni di rabbia, rammarico, malinconia. Lui ha scritto, e io mi riconosco nel suo amaro racconto, dell’incuria e dell’abbandono in cui si trova ciò che costituì un vanto per tutti i cittadini di Tuscania. Fui io stesso, allora sindaco, che volli, fortissimamente volli, insieme ai colleghi dell’amministrazione di allora, che il teatro rinascesse, per riempire il vuoto enorme, la ferita provocata dal terremoto del 1971 (purtroppo le nuove generazioni nemmeno sanno che tragedia ha colpito il loro paese).
 
Il 6 febbraio 1971 quel teatro doveva essere inaugurato, invece divenne la camera mortuaria dei tuscanesi deceduti in quella maledetta sera. Fu una tragedia umana e sociale, che oltre a distruggere il paese, ha sconquassato anche il vivere comune fraterno, amicale, solidale che fino ad allora c’era stato tra i paesani. Bene, la mia fu una sfida agli eventi avversi: nel 1992 diedi l’incarico agli architetti Kaush e Porta, di Milano, affinché realizzassero un progetto di recupero capace di perpetuare l’antica tradizione tuscanese del teatro, chiesa laica e ritrovo pubblico.
 
La sfida fu vinta: il 19 dicembre 1998 il teatro era pronto per tornare a vivere gli antichi splendori. Ma già allora, nel piccolo book che facemmo stampare per l’inaugurazione, anticipammo che non sarebbe stato facile gestirlo, mantenerlo, e, soprattutto, animarlo con eventi rispondenti alle aspettative dei nostri concittadini. Noi ci riuscimmo fino al 2001, quando si concluse il mio terzo mandato da sindaco.
 
Non ho più messo piede lì dentro, perché da più parti mi riferiscono (da tempo) che è diventato quasi impraticabile, rispetto a come lo lasciammo noi. A volte mi sorge un dubbio: avrò sbagliato a realizzare un’opera che era un orgoglio per i tuscanesi, e oggi è diventato un posto quasi di cui vergognarsi: non accogliente e in disuso? Signor Bagnoli, lo sa come dicevano i nostri nonni a Tuscania: “Le confette nun so’ fatte pe’ le sumare”. Forse è questo il triste destino del teatro comunale di Tuscania. Oltre tutto non dimentichiamo che anche su questa cosa, come su altre, la corte dei conti può mettere… il naso.
 
Ps: mi è rimasta una sola copia del libriccino che facemmo stampare per l’inaugurazione del teatro. Descritta brevemente, c’è tutta la sua storia, dal momento dell’incarico ai progettisti, all’inaugurazione, compresi i costi sostenuti per la ristrutturazione. Lo farò vedere a Luigi Pica che, se vorrà, lo potrà pubblicare.
 
Regino Brachetti



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