• - IL PIATTO DELLE ASTE DI TOSCANELLA. di Mauro Loreti - Succede a Tuscania - Toscanella - 2019

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• - IL PIATTO DELLE ASTE DI TOSCANELLA. di Mauro Loreti

Pubblicato da in Mauro Loreti ·
NEL 1998 Claudia Piergiovanni scrisse:” La denominazione di uso locale dell’oggetto in questa sede esaminato è “Piatto delle Aste”, mentre la denominazione ufficiale dello stesso è “Sistema della candela vergine”.
 
Il diametro del piatto è di 20 cm. Ed è alto 12 cm.; presenta 18 piccoli fori nei quali erano messe le candele che venivano accese nel momento in cui cominciava l’asta. Il piatto è in ceramica in smalto invetriato con al centro disegnato lo stemma del Comune di Tuscania in differenti colori: blu cobalto, marrone di manganese (il contorno del disegno) , giallo ferraccia e verde ramina: lo stemma riportato è uno scudo con al centro una croce marrone su di uno sfondo bianco (lo stemma del Comune di Tuscania non è qui rispettato, perché in realtà è rappresentato da una croce bianca su di uno sfondo rosso, sormontata da una corona).
 
Lo scudo si trova all’interno di una decorazione a festone con sopra una corona che indica il riconoscimento di Tuscania come “Città”. L’oggetto, che si suppone possa risalire al XVII secolo, è localmente definito “Piatto delle aste” e rappresenta un pezzo unico per Tuscania. Infatti si tratta di una “Alzatina” (piatto con una base un po’ rialzata).
 
L’oggetto è conservato presso l’Ufficio Cultura del Comune ed è in buono stato di conservazione. Il piatto era utilizzato dall’Amministrazione per “l’Asta Pubblica”, detta anche dei “Pubblici incanti”, consistente in una gara nella quale ciascun concorrente tende a fare, nei liniti delle sue possibilità e del suo interesse, offerte sempre più favorevoli per la pubblica amministrazione. Al termine il contratto è aggiudicato al migliore offerente. Base unica della gara è il prezzo: nei contratti attivi essa si concretizza nell’offerta di prezzi via via maggiori mentre in quelli passivi nell’offerta di prezzi sempre minori. L’asta consta di due momenti: l’avviso d’asta e la celebrazione dell’asta.”
 
Nel 1999 Luciano Laici aggiunse:”Forse non tutti sanno che all’interno del palazzo comunale è conservata una maiolica del 1600 (a forma di piatto piano) con dipinto al centro lo stemma del comune di Tuscania. Il piatto ha un diametro di 21 centimetri e nel bordo, disposti in maniera circolare ci sono i buchi. Veniva usato e,volendo si potrebbe usare ancora oggi, per fare le aste col sistema della “candela vergine”, sistema regolato dalle leggi statali.
 
Veniva utilizzato per aste riguardanti la vendita del legname ricavato dal taglio delle dodici sezioni (oggi 22) del bosco ceduo comunale “Bosco Riserva” di circa 900 ettari. Ecco come si procedeva all’asta.  Supponiamo che il prezzo di una sezione del bosco (era tagliata quasi sempre una sezione all’anno) venisse fissato il lire 6 milioni ed il prezzo minimo di offerta in aumento da aggiungere in 100 mila lire: il banditore, che era quasi sempre il messo comunale, accendeva una candelina (che ardeva circa mezzo minuto) o, in mancanza di quella, un fiammifero e ripeteva due volte : “ Sei milioni, sei milioni!”. A quel punto un offerente dichiarava mentre la candela ardeva : “Sei milioni e cento!”. Il messo comunale accendeva un’altra candelina , spegneva la precedente e diceva :”Sei milioni e cento, sei milioni e cento!”. Dopo la duplice enunciazione un altro offerente diceva, mentre ardeva la seconda candelina:”Sei milioni e duecento!”. E così di seguito fino a quando una candelina si spegneva “vergine”, ovvero senza che nessuno dei presenti avesse lanciato un’ulteriore offerta.”
 
Nella biblioteca comunale di Tuscania c’è una scheda relativa agli oggetti storici, documentari o di pregio di proprietà comunale , che si riferisce a questa piatto delle aste :”Alzatina in ceramica usata in passato nelle aste pubbliche dette con il “sistema della candela vergine”. E’ un oggetto in ceramica ad un piano con piede centrale, piccolo bordo superiore e stemma del Comune dipinto al centro; una serie di piccoli fori (18) corrono  attorno allo stemma disegnato nei modi tipici del XVII secolo. I colori dello scudo sono invertiti. La collocazione attuale è sconosciuta.  Collocazione originaria: in consegna ai messi comunali fino a Luciano Laici; in deposito presso l’ufficio del Sindaco fino a maggio 2001. E’ una ceramica a smalto stannifero (cioè a base di stagno, ossido di piombo, sabbie silicee che danno l’effetto vitreo, un elemento alcalino e vari ossidi metallici per ottenere i colori). Il diametro è cm. 20 .

Mauro Loreti



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