
Luciana era nata a Tuscania il 23 aprile del 1966 da Peppino Franci e Natalina Firmani, fin da bambina ha sempre mostrato una grande vitalità, ha aiutato la famiglia nel lavoro di panetteria ma presto si è distinta in molteplici attività.
Fu presidente della “Cooperativa Curunas”. Fu in quel periodo in particolare che la ricordo volentieri, fu quella che, dopo tanti anni e con l’aiuto di pochi volontari e collaboratori (retribuiti con i suoi soldi), riuscì a ripulire e a riaprire alcune necropoli, in particolare “La Tomba della Regina” sepolte dalla vegetazione da molti anni. Quello che le autorità non erano riusciti a fare negli anni, lei lo ha fatto con pochi mezzi e bene, questo per me è talento e amore per la propria gente.
In seguito aprì in via Tarquinia, un’agenzia di viaggi, non durò molto, stare seduta in una poltrona per una persona dinamica come lei era una tortura, ma proprio l’agenzia di viaggi gli fece scoprire la Savana e lì partì l’dea e il progetto, chi poteva fermarla? Nessuno.
Nel suo libro “Che cielo che c’è” ha scritto:
«La Savana ti accoglie con i suoi colori, i suoi profumi e i suoni degli animali che la abitano. La notte è un momento magico, che incarna tutta la poesia di un luogo così speciale. Il fuoco che scoppietta fuori la mia tenda, il caldo delle sue fiamme, il fumo che piano piano si leva in morbide spirali verso il cielo notturno, come un grande tetto sopra la mia testa. Le luci luminose delle stelle ad illuminare l’oscurità, lontane da quelle di casa, ma che, alla fine, sono le stesse che guardano gli amici lontani, ma vicini nel cuore. La mia sigaretta in mano, che brucia lentamente, mentre i pensieri entrano nella mia testa. Mentre lascio lo sguardo vagare nel cielo notturno, mi ritrovo a pensare e ripensare a come, dalla mia terra natale, io nel continente africano ci sia finita per davvero».
Queste parole nascondono la sua vera passione: la Savana e la volontà di diventare una guida safari in Kenya, Uganda e Zambia. Una Power Ranger di tutto rispetto. Lo fece con passione, tornava nella sua Maremma un mese all’anno nel periodo primaverile, non ha mai dimenticato la sua terra, i suoi amici, la sua famiglia.
L’ha fermata un male incurabile che ha affrontato con il coraggio e la grinta di sempre, le cure in Italia gli hanno impedito di tornare nella sua Savana. Ha passato periodi di alti e bassi, ma il male ha vinto la sua orribile battaglia, un male che distrugge vite ultra dinamiche come quelle di Luciana.
Oggi è un grande dolore per tutta la comunità tuscanese, se si vanno a leggere sui Social i messaggi di cordoglio e i ricordi personali di ognuno, si capisce chi era Luciana.
Luciana Franci ci apparteneva, ci ha insegnato molte cose anche la voglia di vivere. Ha perso l'ultima battaglia, la più terribile. Grazie per esserci stata, ci hai dato molto. Dio ti accolga tra le sue braccia. Se ti riesce di parlare con “Colui che tutto può” digli che le cose quaggiù non vanno tanto bene, chiedigli se può fare qualcosa, magari a te, ti ascolta.
Spero, come ho detto per la scomparsa dell’amico Marco Quarantotti, che due persone che hanno dato tanto alla città di Tuscania, non vengano dimenticati in poco tempo.
Del suo libro "Che cielo che cè" ne sono stati venduti oltre mille copie, il libro è disponibile al prezzo di 19 euro a questo indirizzo:

luigi pica
Sentite condoglianze.
Se dall'altro lato della vita puoi sognare il meglio per questa terra così maltrattata, forse il colore del cielo lo vedremo tutti più blu.