34. Roma: il card. Isolani, a mezzo del card. Stefaneschi, stabilisce un trattato con il Tartaglia (settembre 1416); Tartaglia rettore del Patrimonio. - Tartaglia-new

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34. Roma: il card. Isolani, a mezzo del card. Stefaneschi, stabilisce un trattato con il Tartaglia (settembre 1416); Tartaglia rettore del Patrimonio.

Convegno > Paragrafo da 31 a 45

Con il primo atto, il nuovo governo capitolino impose al cardinal Isolani di intavolare trattative con il Tartaglia, che ricevette a Tuscania l’invito di recarsi sùbito a Sutri, città di confine fra il Patrimonio ed il territorio romano, situata a metà strada tra Roma e Tuscania.

La delegazione romana, composta dal cardinal Stefaneschi, da uno dei tre governatori, cioè Nardo Vendettini, e da Giovanni Cenci, giunse a Sutri il 14 settembre 1416. Lo stesso giorno giungeva anche il Tartaglia.

Dopo due giorni di colloqui, il capitolato era compilato e firmato da entrambe le parti, Tartaglia e Stefaneschi.

Le condizioni furono così vantaggiose per il Tartaglia, tanto che viene spontaneo pensare che il cardinal Stefaneschi avesse in animo di mettere Roma al servizio di Tartaglia, e indirettamente anche di Braccio, momentaneamente assente, per contrastare il potere del card. Isolani. Tartaglia viene chiamato nel trattato "per la sancta Romana Ecclesia et futuro sommo pontefice, capitano et rectore dello Patrimonio et terre, de special commissione" e, in quanto capitano, gli venne assegnato uno stipendio, che da solo bastava ad esaurire le finanze del legato e del popolo, perché gli vennero assegnati gli introiti derivanti dalla tassa del sale e del focatico, nonché la quarta parte della tassa sul bestiame. In compenso il Tartaglia si impegnava a recuperare Bracciano, Campagnano ed altre terre, occupate da Francesco Orsini, figlio dell’assassinato Paolo, ed altri baroni.    

 
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