27. L’amicizia di Braccio esalta il Tartaglia.   - Tartaglia-new

Vai ai contenuti

Menu principale:

27. L’amicizia di Braccio esalta il Tartaglia.  

Convegno > Paragrafo da 21 a 30

Il Tartaglia, forte dell’alleanza di Braccio, si sentì più saldo che mai e pretese perfino che i Viterbesi scrivessero al Concilio in suo favore per ottenere la conferma dei titoli che il deposto pontefice Giovanni XXIII gli aveva concesso.

I Viterbesi eseguirono la richiesta ed il 1° aprile 1416 giunse la risposta dei Padri Conciliari, che non dissero né sì e né no; si mantennero sul vago, affermando che "avrebbero provveduto" in merito alla richiesta, ma fra le righe si poteva leggere la loro ostilità verso il "diletto figlio Angelo da Lavello, capitano di uomini d’arme", per il quale, però, non usavano il titolo di "rettore del Patrimonio di S. Pietro", come avrebbero dovuto se avessero riconosciuto come tale: evidentemente i Padri Conciliari non tenevano in nessun conto la nomina fatta al Tartaglia dal deposto papa pisano Giovanni XXIII.

Quasi contemporaneamente anche Perugia, minacciata dall’arrivo di Braccio, in assenza di Ceccolino Michelotti occupato nel Regno di Napoli, cercava aiuti. Gli emissari perugini si recarono a Narni, dove era di stanza Paolo Orsini, che, il 30 marzo 1416, ottenne da loro un contratto di condotta in base al quale si impegnava a fornire a Perugia 1000 cavalieri e 200 fanti, poi di fatto non fornì un bel nulla.    

 
Torna ai contenuti | Torna al menu