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20. Tartaglia abbandona la Regina Giovanna II ed entra nella Lega

Convegno > Paragrafo da 11 a20

Giovanni XXIII lo nomina rettore del Patrimonio (1414); Firenze gli invia dei soldati.  

Appena morto Ladislao, Tartaglia non rimase fedele alla nuova regina, Giovanna II sorella di Ladislao, ma passò al soldo della Lega, convinto dagli emissari di Firenze.
E così, alla fine d’agosto o ai primi di settembre, Tartaglia si trasferì definitivamente nel Centro Italia, al servizio del papa pisano Giovanni XXIII, che il 12 settembre 1414 lo nominò rettore del Patrimonio (specialis commissarius pro Sancta Romana Ecclesia rector Patrimonii), con il compito specifico di riportare sotto l’autorità pontificia Viterbo, Corneto e Castro, stando, come residenza, a Tuscania, concessagli con il titolo di "vicario", fino a terza generazione.

Dell’importanza che veniva assumendo, in questo momento, la figura del Tartaglia nello scacchiere delle aspre contese, costituisce un buon indizio il fatto che, all’inizio di settembre la Repubblica di Firenze mandò dei soldati al Tartaglia. Mentre costoro stavano attraversavano il contado di Siena, all’altezza di Rosaio, i Senesi li scambiarono per soldati del conte Bertoldo. Fu sùbito inviata una compagnia di soldati a cavallo ed a piedi al comando di Giacomo Massaini, per seguirne le mosse. All’altezza di Montecchio, "si levò el romore per lo Paese - scrive Paolo Montàuri - e tràsevi molti contadini e andorno dritto a’ detti soldati; e raggiònseli a Filetta, che si rinfrescavano; e così ne furno feriti due malamente, e prèserli, e (con sorpresa dei Senesi! aggiungiamo noi) non v’era el conte Bretoldo; erano soldati che e’ Fiorentini mandavano al Tartaglia; e questo fu adì 3 settembre (1414)".


 
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