● - L’OCCUPAZIONE DI TOSCANELLA DI PAOLO ORSINI DEL RAMO DI GALLESE. di Mauro Loreti - Succede a Tuscania - Toscanella - 2019

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● - L’OCCUPAZIONE DI TOSCANELLA DI PAOLO ORSINI DEL RAMO DI GALLESE. di Mauro Loreti

Pubblicato da in Mauro Loreti ·

Nel 1704 Antonio Barbacci  scrisse che “nell’anno 1407 Paolo Orsini , essendo venuto in discussione con il papa Gregorio XII, se ne partì per i suoi Stati ed avendo da mantenere i suoi soldati, pregò i cittadini di Toscanella che ricevessero qualche parte de suoi stipendiarij nella Città, al che i cittadini amorevolmente condesceron trattarli ancor lautamente e con amorevolezza dandogli le proprie case, in ricompensa del qual benefitio , essendo non molto tempo dopo venuto in persona in Toscanella, il medesimo  Paolo Orsini“ come un topo nella borsa, il fuoco nel cuore, un serpente nel seno, ricambiò gli ospiti suoi,  infatti da traditore, arrogandosi la signoria della Città, li derubò,  contrapponendosi a loro con il pretesto di un così grande misfatto, perché indagavano sul suo tradimento.
 
Nel 1854  anche Secondiano Campanari scrisse del funesto fatto d’arme : “Era venuto al soldo di papa Gregorio XII,  Paolo Orsino capitano di gran nominanza; e perciocché di quello che aver doveva di suo salario  (un prestito di sessantamila fiorini) di resto voleva esser pagato né saldavasi in moneta coniata ma in vane parole, ne dispettò così che crescendo lo sdegno crebbe pure al papa la guerra … Ed entrato in questa bestialissima collera venne a Viterbo pensando come rifarsi e ristorarsi del danno. Volgeva l’anno 1407, ed era il mese di marzo quando movendo costui a Toscanella con due mila lance e come amico nella città ricettato improvvisamente prese a lamentarsi de’ toscanesi che avessero congiurato di fargli vergogna; e dato mano al fuoco ed al ferro di micidii di crudeltà e ruberie straziò orrendamente quella misera terra . E ‘l macello de’ cittadini fu miserabile e grande: bambini svelti furono senza pietà dal grembo delle tenere madri e dai soldati squartati: ammalati e vecchi nelle lor case arsi od a pezzi tagliati: fanciulle e spose violate o a’ supplizii date o lasciate nude su i bivii a spavento de’ risguardanti … E seguitando il saccheggiamento e le occisioni per giorni, né maggior rispetto portandosi alla maestà della religione e all’orrore del sacrilegio che portato non avesse questo ladrone alle vite e all’avere degli innocenti cittadini, tutto in breve mise a guasto e a devastamento, coprì di sangue e di stragi , rovinò, disordinò, disterminò. Pianse dolorosamente il Pontefice la  grande uccisione e il grande misfatto; ma rimedio non poteva venire.”
 
Nel 1861 il tuscanese Don Teodosio Laurenti scrisse una “Cantica che in sé contiene alcuni fatti della patria nostra  storia del secolo XV. Barbara etade che ogni colpa stipa (addensa) ed ebbe il mondo di que’ mal ripieno  la cui memoria il sangue ancor ne scipa (strazia). Ahi! Serva Italia ti riguarda in seno se in te di pace gode alcuna terra, ovver tiranno non ne regga il freno. Gli odj crescon dagli odj: orrida guerra ti rompon quelli che del sangue allaccia il vime (legame), e un muro ed una fossa serra. Nuda hai la fronte, e carche son le braccia di vincli, e fatta di dolore ostello piangi celando con un vel la faccia. Ché levato il fratel contro il fratello e lo scanna e lo squarta, e i quarti appende negli uncini d’infame empio macello. Adunque  l’uom che tanto di Dio prende imbelle armento omai per te rassembla (rassomiglia)  che l’un capo si tronca e l’un si vende? Tristo venen (veleno) quelle sacrate (consacrate) membra t’adugge (t’inaridisce) e vora (divora) che la man d’avaro invidioso stranier non ti dismembra (squarta)? Correan tai tempi che su te (Tuscania) chiamaro di Dio lo sdegno, e sotto i piè vorago più profonda del mar ti spalancaro, quand’ebbe Orsini d’avanzarsi vago di popoli e città gran copia scorsa facendo ovunque d’uman sangue lago, vero figlio e più fiero ancor dell’Orsa! Carco di vizi e pien di tutte brame; messo l’aver le facoltadi in borsa di genti che per lui fur fatte grame (misere), sotto pretesto di congiura insana in noi sbramò la rabbiosa fame.”
 
Gli autori fecero  riferimento al periodo in cui Toscanella fu percossa da Paolo Orsini, condottiero di quei tempi,  figlio di Francesco Orsini,  che contro il papa Gregorio XII saccheggiò per riprendersi un prestito non saldato dal pontefice. I tuscanesi  lo avevano creduto amico, ma quello con il pretesto di una congiura, li straziò con le armi uccidendo, rubando ed incendiando.    
 
500 cittadini furono derubati ed incarcerati, parecchi morirono. Nel 1416 egli fu in Umbria con 1000 cavalli e 200 fanti . A Narni venne chiamato in aiuto dai perugini che gli dettero 3000 fiorini per contrastare Braccio da Montone che aveva occupato il territorio comunale insieme ai fuoriusciti del partito dei nobili. Superò il Tevere e proseguì verso Perugia.  
 
Scrisse Giuseppe Giontella: “ In un successivo incontro, avvenuto il 5 agosto 1416 a Colfiorito, presso Foligno,  con il Tartaglia c’erano anche (il nipote) Cristoforo da Lavello e Lodovico Colonna, un nobile romano nemico personale di Paolo Orsini, che era accompagnato dal conte Nicola Orsini di Pitigliano. Fu quasi una festa di riconciliazione, ma, alla fine, Lodovico Colonna, istigato dal Tartaglia,  colpì a morte Paolo Orsini con un pugnale.”  

Mauro Loreti



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