• - UN LITRO D’OLIO INQUINA 1 MLN DI LITRI D’ACQUA. di Regino Brachetti - Succede a Tuscania - Toscanella - 2019

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• - UN LITRO D’OLIO INQUINA 1 MLN DI LITRI D’ACQUA. di Regino Brachetti

Pubblicato da in Insieme per Tuscania ·
Come tutti sanno l’olio minerale delle auto deve essere smaltito secondo rigide normative, questo perché è un potente inquinante. Ma se ci fermiamo a pensare un attimo possiamo capire che anche l’olio vegetale esausto, cotto e a volte bruciato, è anch’esso un rischio per l’ambiente, soprattutto perché viene considerato come un normale rifiuto e la maggior parte delle persone lo getta nel lavandino dopo l’uso.

 

 
L’olio vegetale da cucina è considerato un rifiuto non pericoloso, ma se finisce nelle fogne rende difficile, se non impossibile, il processo di depurazione dell’acqua, mentre se finisce in fiumi e laghi crea un velo che impedisce lo scambio di ossigeno, per non parlare di uno smaltimento in terreni, dai quali può inquinare le acque raggiungendo le falde acquifere.
 
Un litro di olio rende non potabile circa un milione di litri d’acqua.
 
Lo scorso 16 maggio è stato aperto l’ecocentro presso l’area del Pratino e finalmente, dopo 5 mesi, il comune ha reso noti i giorni e gli orari di apertura. Un piccolo passo verso le esigenze di tutti i cittadini è anche l’apertura pomeridiana del giovedì, cosa che si auspicherebbe anche per tutti gli uffici comunali.
 
Peccato però che questa notizia non sia stata diffusa sul canale istituzionale dell’Ente ma solo sul profilo FB della Lista Obiettivo Comune 2.0.
 

 
E’ molto interessante sapere che finalmente sono stati resi disponibili anche i 4 contenitori per la raccolta degli oli vegetali esausti (nella foto se ne vedono solo 3. Dove sarà finito il 4°?).
 

 
che dopo essere stati consegnati dalla Provincia nel 2012 erano stati, inspiegabilmente, lasciati a “marcire” in un angolino presso il Polisportivo dell’Olivo.
 

 
Devo riconoscere che il consigliere Quarantotti, da quando è stato nominato, sta rendendo ottimi servizi ai cittadini e anche in questo caso ha fatto un bel lavoro.
 
I contenitori vennero distribuiti ai comuni in base al numero di abitanti (1/2000) per promuovere su tutto il territorio la raccolta ed il riuso degli oli esausti, con l’obiettivo di impedire che il loro smaltimento nei lavandini o nei water, come solitamente avveniva ed avviene, possa causare disfunzioni agli impianti di depurazione.

A questo scopo la Provincia aveva organizzato diversi incontri con i Comuni fissando i criteri di assegnazione dei contenitori per la raccolta, così come la distribuzione dei recipienti da tre litri circa per ogni famiglia.

I comuni avrebbero dovuto provvedere all’organizzazione del servizio, alla distribuzione dei recipienti alle singole famiglie e ad individuare, all’interno dei centri abitati, le piazzole su cui collocare i contenitori per la raccolta.
 

Però poi diversi comuni, e tra questi il nostro, per disservizi di carattere organizzativo o per altre motivazioni non hanno provveduto alla consegna dei recipienti addebitando il disservizio al mancato utilizzo dei microchip dei contenitori che comunque non vincolavano in alcun modo l’avvio della raccolta, visto che si tratta di uno strumento pensato per monitorare l’utenza di riferimento e pertanto non fondamentale ai fini dello svolgimento del servizio.
 
Ora come è possibile pensare che le massaie, e forse anche i ristoratori, possano andare sino all’ecocentro per smaltire i loro oli da cucina?
 
Non era forse meglio distribuirli in modo adeguato all’interno del centro abitato?
 
Vedremo nei prossimi mesi quanti litri di olio verranno smaltiti in questi contenitori.
 
Regino Brachetti

 



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