• - CONTINUA L’EMERGENZA ARSENICO A TUSCANIA di Veronica Ruggiero - Succede a Tuscania - Toscanella - 2018


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• - CONTINUA L’EMERGENZA ARSENICO A TUSCANIA di Veronica Ruggiero

Pubblicato da in Corriere di Viterbo ·


Dal Corriere di Viterbo del 14/08/2018:
L’emergenza arsenico fa chiudere le fontane anche a Tuscania. Due le fontane del centro storico chiuse proprio a causa del superamento dei livelli fissati dalla legge, quella di via Gorizia e quella di via San Pietro. L’indice di non potabilità è poi confermato dai risultati delle analisi che la Asl effettua sistematicamente sui campioni prelevati dalle rispettive fontane. Ancora attuale risulta quindi essere l’ordinanza emanata nel 2013, dall’ amministrazione Natali, tanto che la stessa non è stata annullata da alcuna ordinanza successiva ed è perciò ancora in vigore.
 
Nemmeno attraverso il filtraggio dei due dearsenificatori installati nelle zone Quercette e Guadigliolo, che hanno comportato un esborso di 1 milione e 600 mila euro, il problema ha trovato una definitiva risoluzione. Una spesa di manutenzione che si aggira intorno ai “100 mila euro l’anno cadauno”, secondo quanto dichiarato dal primo cittadino, avrebbe portato poi alla decisione di spegnere i dearsenificatori, ritenuti per altro inefficaci oltre che costosi.
 
“Nel Giugno 2016, appena spento il dearsenificatore delle Quercette – spiega Luigi Pica cittadino e blogger - Il dato della fontana di piazza Andersen da 11 microgrammi/lt è schizzato a 24 microgrammi/lt. Anche la fontana di piazza Andersen è stata chiusa e nel frattempo, molta gente, va a prendere l’acqua alla fontana di largo Quercette a 150 metri da piazza Andersen, angolo via Fontana Nuova, credendo che l’acqua sia la migliore di Tuscania, ma è vero? Forse un po’ di chiarezza non farebbe male”.
 
Conferme arrivano anche parte del sindaco Fabio Bartolacci. “Il problema effettivamente esiste – dichiara Bartolacci – Siamo uno dei  comuni rimasto fuori da Talete, perciò abbiamo avuto più difficoltà nella risoluzione del problema. Le due fontane sono chiuse perché l’acqua che sgorga risulta fuori dai parametri di legge, vero è che sono due fontane molto vecchie e probabilmente anche le condotte sono ormai sature di arsenico, per questo i campioni di acqua potrebbero risultare non potabili. Abbiamo messo in previsione di bilancio una richiesta di mutuo di circa 50 mila euro per poter costruire un pozzo, lontano da zone tufacee, che consenta di miscelare le acque, abbassando il livello di sostanze cancerogene contenute nelle stesse”.
 
Veronica Ruggiero
 



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