--- “DEARSENIFICATORI, SITUAZIONE AL COLLASSO” - UNA TRENTINA DI SINDACI SI AUTOCONVOCANO - Succede a Tuscania - Toscanella - 2016


Zodiac  


Citazione spirituale

LIBRERIADELSANTO.IT

 LIBRERIADELSANTO.IT
Cerca
Vai ai contenuti

Menu principale:

--- “DEARSENIFICATORI, SITUAZIONE AL COLLASSO” - UNA TRENTINA DI SINDACI SI AUTOCONVOCANO

Pubblicato da in Dal Web ·
 

di Giuseppe Ferlicca
 
Fonte: TusciaWeb
 
Dearsenificatori, i sindaci si autoconvocano. Riunione carbonara, anzi, all’arsenico. Chiesti fondi diretti alla regione e alternative agli impianti.
 
Una trentina si sono dati appuntamento in provincia stamani, perché la situazione così com’è, la ritengono non più sostenibile. Impianti che non funzionano come dovrebbero e soprattutto alti costi di gestione.
 
Tra i sindaci presenti, molti non fanno parte di Talete e questo vuol dire, accollarsi le spese di gestione. Perché la regione i fondi per la manutenzione li dà solo alla società idrica e non ai singoli comuni. Messaggio subliminale e nemmeno tanto: o entrate o pagate.
 
Una contro riunione, quella di stamani, come la definisce il sindaco di Tuscania Fabio Bartolacci. A coordinare c’è il collega di Montalto di Castro Sergio Caci. Mentre sotto, fuori palazzo Gentili, il comitato Non ce la beviamo protesta.
 
“Se i sindaci si sono convocati – osserva Bartolacci – un problema c’è. L’acqua ai pozzi a Tuscania esce a 14 microgrammi per litro d’arsenico, mediamente si abbassa 11 e non posso revocare l’ordinanza di divieto”.
 
La regione vuole che il suo comune si prenda in carico il dearsenificatore. “Non me lo prendo in carico, non funziona. Ha un costo di manutenzione di 300mila euro a impianto. Ne ho due, fanno 600mila euro. Con bollette il comune introita 480mila euro Come si fa? Oltretutto, i comuni fuori da Talete non possono nemmeno aumentare la bolletta”.
 
Da qui la richiesta. “La regione, i fondi li invii ai comuni e non a Talete. Non ci sono cittadini di serie a e di serie b”. Altrimenti è il collasso. Oggi i milioni stanziati vanno direttamente alla società idrica. Chi non ne fa parte, non prende un centesimo.
 
“Ma gli elettori chi hanno votato, i sindaci o il presidente Talete?”. Bartolacci se lo domanda e ha risposta.
 
“È un trattamento non equo – continua Bartolacci – c’è disparità. I soldi li danno a Talete che è un carrozzone e si lasciano i sindaci in mezzo a una strada. Per assurdo a Tuscania converrebbe entrare in Talete. Ci sarebbe un risparmio”. Ma da quelle parti non la reputano un’ipotesi percorribile.
 
All’incontro ci sono i primi cittadini, tra gli altri, di Montefiascone, Grotte di Castro, Montalto di Castro, Fabrica di Roma, Tuscania, San Lorenzo Nuovo.
 
Ci sono pure il consigliere regionale Daniele Sabatini (Cuoritaliani) e l’ex sindaco Giulio Marini (FI). A loro il compito di portare a Rome i problemi sollevati.
 
Il primo con un’interrogazione la prossima settimana, il secondo attraverso un’interrogazione che domani presenterà il senatore Fi Francesco Araci ai ministri all’Ambiente e alla Salute.
 
In sala c’è pure il presidente della provincia Mauro Mazzola. “Ho solo concesso lo spazio – precisa Mazzola – ma come sindaco di Tarquinia qualcosa la dico”.
 
Non proprio in linea con il pensiero di larga parte dei presenti.
 
“Qui si sta facendo solo politica – osserva Mazzola – dal primo luglio Tarquinia è entrata in Talete. I conti della società sono a posto. Se qualcuno pensa che non lo siano, faccia una denuncia e non i pettegolezzi che sento.
 
Finalmente abbiamo un consiglio d’amministrazione che non fa politica, ma quello che deve”. Il problema impianti esiste.
 
“Funzionano tre mesi – osserva Mazzola – e dopo sei o sette mesi, il limite è già andato otto volte oltre il consentito. Se siamo qui per stabilire che i dearsenificatori vadano abbandonati, sono d’accordo. Nel trovare soluzioni alternative”.
 
Il punto per Sergio Caci (Montalto di Castro) è un altro. “Questa riunione è fuori dall’assemblea Talete – osserva Caci – perché il punto è la salute dei cittadini e la ricerca di fonti alternative. Gli impianti che non funzionano a dovere non è un motivo politico”.
 
Da Grotte di Castro, Piero Camilli come la pensa lo sanno tutti: “Sono un avversario storico di Talete, è un baraccone. Nel mio comune l’acqua costa un terzo rispetto ad altrove. Ho l’impresa nel territorio d’Acquapendente e la pago tre volte tanto. Non entrerò in quel carrozzone indegno”.
 
Di acqua, prima di vedere una soluzione, pare che ne dovrà scorrere parecchia. E non solo quella.



Nessun commento

Copyright 2015. All rights reserved.
Torna ai contenuti | Torna al menu