*-* L’UOMO E IL CANE di Tarquinio Secondo - Succede a Tuscania - Toscanella - 2015

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*-* L’UOMO E IL CANE di Tarquinio Secondo

Pubblicato da in Blog Toscanella ·
A seguito della notizia di quel cane che ha azzannato una bambina, uccidendola e dopo aver letto le considerazioni di tanti che sono intervenuti nella discussione, vorrei esporre le mie idee in proposito.

E vorrei partire da quelle considerazioni che ha fatto Antonello. “Basterebbe imparare a comprendere “etologicamente” parlando, l'animale cane; perché un cane comunica SEMPRE, per cui basterebbe imparare noi a LEGGERE ciò che l'animale sta dicendo”.
 
Questa osservazione mi ha fatto tornare alla memoria un’affermazione, o meglio una coglioneria, che udii in una conferenza, tenuta da un Etologo di fama che, cioè:

 “l'intelligenza dipende dall’alimentazione. L'uomo – asseriva lo studioso -  ha affinato la sua intelligenza perché è un essere onnivoro, tanto è vero che tra gli animali, quelli che sono onnivori sono più intelligenti e per questa ragione fra duecentomila anni anche il CANE e il maiale, che sono animali onnivori, acquisteranno il dono della parola.”
 
Qualcuno dice che chi ama gli animali, ama anche i cristiani; altri invece dicono che chi ama gli animali non sopporta i cristiani. Non so quale di queste affermazioni possa essere quella giusta. Io amo gli animali e sono certo che le bestie siano persone serie e sono convinto quindi che meritano rispetto e amore. Ed è per questa ragione che per la loro salute, cerchiamo i veterinari migliori, per la loro alimentazione scegliamo i prodotti più sani: la civiltà e il benessere hanno prodotto un più elevato grado di sensibilità nei confronti degli esseri creati.  Però sono convinto che debba esserci un limite a tutto questo. E dove sta il limite?
 
E' abbastanza facile individuarlo. Si tratta di capire se le stesse cose saremmo disposti ad affrontarle anche per l'ultimo degli esseri umani. Se SI', allora quello che facciamo per i nostri cani non ha nulla di scandaloso; se NO, è il chiaro segnale che qualche fusibile dentro il nostro cervello è saltato.  E' il segnale che gli animali ci hanno esautorato e si sono insediati al nostro posto.  Noi non siamo più padroni di noi stessi e riversiamo sui cani tutto quell'affetto, credendo da poveri imbecilli, che i cani lo contraccambino. In più ciò rivela che la gente, in un mondo che ha sempre più fretta, vive in una spaventosa solitudine. E allora le persone che soffrono di solitudine, e sono tanti…  Riversano il proprio affetto su un cane, credendo che questo gli corrisponda altro affetto, avendo l'illusoria impressione, come ho detto, di essere ricambiati. E l'amore è così grande – e qui entriamo nell'assurdità - che sono state costruite tombe per i cani, con tanto di epitaffio.
 
Veramente questa usanza, che vorrei   attribuire alla imbecillità umana, in realtà esisteva anche nell'età antica, tanto è vero che c’è un epigramma funebre di Simonide per una cagna, la cui gloria era nota alle solinghe, eccelse balze del Cicerone.

Aveva ragione Pier Paolo Pasolini quando diceva che l’umanità si è sviluppata, ma non è progredita. Infatti siamo andati sulla luna, e andremo anche su Marte, ma basta seguire un qualsiasi telegiornale in Tv per constatare che, dopo milioni di anni l’uomo si comporta ancora come si comportarono quattro persone agli albori della vita: Adamo, Eva, Caino e Abele.

Tarquinio Secondo



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