
GIS ribatte alle sei associazioni che si sono appellate al Ministero contro l'impianto a Pian di Vico.
TUSCANIA - L'associazione GIS – Gruppo Impianti Solari replica alle sei associazioni ambientaliste hanno chiesto al Ministero della Cultura di avviare un procedimento per il riesame dell’autorizzazione a un impianto fotovoltaico a terra della potenza di 150MW a Tuscania, in località Pian di Vico.
''L’impianto in questione - scrive la GIS - è stato definitivamente approvato lo scorso 28 marzo da una sentenza del Consiglio di Stato arrivata dopo ben due ricorsi da parte del Ministero della Cultura che prima si è appellato contro l’autorizzazione data dalla Regione Lazio e dalla Provincia di Viterbo (nel giugno 2019), e poi ha deciso di ricorrere al Consiglio di Stato (nel luglio 2021) dopo che le imprese avevano vinto al Tar, dove avevano impugnato l’opposizione del governo.
Dunque, la decisione del Consiglio di Stato ha scavalcato tutte le opposizioni che Soprintendenza e MIC hanno ripetutamente presentato contro l’impianto: tutte le argomentazioni a favore o a sfavore dello stesso sono, pertanto, state ampiamente analizzate e valutate dagli organi di Stato che, infine, hanno deciso per l’approvazione.
Ora, che associazioni ambientaliste si appellino nuovamente alle istituzioni dopo che un alto organo giurisdizionale si è pronunciato in maniera definitiva, appare con un accanimento fine a sé stesso e basato, per altro, su argomentazioni inconsistenti.
Infatti, la sentenza del Consiglio di Stato non lascia alcuno spazio di manovra, al contrario, redarguisce il MIC per aver espresso pareri apodittici senza reale verifica sul campo. La sentenza ha verificato che l’impianto esclude qualsiasi lesione del paesaggio, del patrimonio storico, artistico, archeologico e anzi avvalora l'analisi di tutti gli altri enti coinvolti secondo cui l'impianto è benefico per l'ambiente.
Si tratta, infatti, di un impianto agrivoltaico collocato su terreni privati, invisibili da punti di visuale pubblica, fuori da zone vincolate, d’interesse turistico o a rischio archeologico e prevede integrazione con attività agricole silvo-pastorali, in particolare il pascolo di ovini, grazie ad accordi presi con pastori locali (dunque, la destinazione agricola del terreno non viene modificata). Infine, la realizzazione dell’impianto coinvolge mano d'opera locale e i finanziatori privati (nessun finanziamento pubblico è stato erogato) aderiscono ai criteri etici ESG, con ricaduta economica positiva sui territori interessati.
L’accanimento delle associazioni è ancor più grave se consideriamo - dice l’associazione GIS - la pesantissima crisi climatica ed energetica che stiamo vivendo: ostacolare la produzione di energia rinnovabile, pulita, locale – peraltro appellandosi contro pronunciamenti governativi già effettivi –, dimostra quanto sia pericoloso il germe dello pseudo-ambientalismo corrotto da una logica che va contro l’interesse collettivo e qualsiasi dialogo costruttivo per il bene di cittadini, città e ambiente''.