● - SALVATORE SACCHI MAESTRO POLIFONISTA NELLA CATTEDRALE DI SAN GIACOMO APOSTOLO IL MAGGIORE DI TOSCANELLA NEL 1607. di Mauro Loreti - Succede a Tuscania - Toscanella

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● - SALVATORE SACCHI MAESTRO POLIFONISTA NELLA CATTEDRALE DI SAN GIACOMO APOSTOLO IL MAGGIORE DI TOSCANELLA NEL 1607. di Mauro Loreti

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Nacque nel 1572 a Cerignola (Foggia), si dedicò fin da bambino allo studio della musica;  fu a Roma dal 1602 alla scuola di  Giovanni Pierluigi detto il Palestrina, dal nome della città natale,  il massimo musicista italiano del Cinquecento , compositore ed organista del Rinascimento europeo, esponente di punta della scuola polifonica romana  che aveva come caratteristica l’adozione costante dello stile a cappella  cioè il canto polifonico a sole voci senza gli strumenti.
 
Salvatore Sacchi divenne poi maestro di cappella nella cattedrale di San Giacomo Apostolo il Maggiore.  Il 23 ottobre 1606 nel consiglio comunale di Toscanella si decise l’assunzione di un maestro di Musica.” Nel nome del Signore Amen. Il reverendo signore Salvatore Sacchi da Cerignola in Puglia,costituitosi personalmente, promise agli illustri signori Paolo Vittorio Salusti e Pirro Pacifici  Anziani  di esercitare in questa Città di Toscanella l’incarico di maestro di cappella in tutti i giorni di festa, come tutti gli altri suoi predecessori  fecero, e di istruire tutti quelli che vorranno apprendere l’arte della musica e di non allontanarsi assolutamente da qui, senza il permesso degli illustri signori Gonfaloniere ed Anziani della stessa Città, incaricati pro tempore, durante l’anno iniziato dal primo giorno del mese corrente e da completare senza interruzione, con il patto che tutti gli alunni promettano e paghino il compenso dovuto come finora fecero tutti gli altri in passato a favore degli altri maestri della suddetta arte. “Gli amministratori comunali promisero di dare e di pagare al signor Salvatore venti scudi in moneta per tutto il suddetto anno. Stipulato a Toscanella con i connotai Romolo Mammocci e Girolamo Ricci.”
 
Subito dopo con gli stessi notai “il  signor Salvatore promise ai molto reverendi presenti Primicerio (Francesco Magrini), Arciprete (Danzetta) e Giovanni Sardo Canonico della chiesa cattedrale di San Giacomo della Città di Toscanella di esercitare l’ufficio di maestro di cappella nella suddetta venerabile chiesa in tutti i giorni festivi e come fecero finora i suoi predecessori, durante il suddetto anno. I sacerdoti promisero di dare e di pagare trenta scudi.”
 
Egli compose un’importante opera musicale nel 1607:” Messa, mottetti e le litanie della Santa Vergine Maria di Salvatore Sacchi , cerignolano in Puglia, Maestro di cappella della Città di Toscanella , con il basso continuato all’organo e dieci mottetti di diversi eccellentissimi autori con le voci dell’ottone per l’illustrissimo e reverendissimo Signor Girolamo Arcivescovo Matteucci ( di Fermo), primo sacerdote di Toscanella e Viterbo. Roma dalla tipografia di Bartolomeo Zannetti. MDCVII 1607 con il permesso dei Superiori.  “Inoltre  egli aggiunse.”


 
Il consenso unanime del clero di Toscanella, avendo offerto ottime condizioni, molto amichevolmente mi attirò in questa nobile Città, fiorente per antica e recente gloria. Avendola sempre stimata fortunata per avere te come Rettore e Vescovo, ritenni per me una vera fortuna il fatto che, costituito io in essa Maestro del Coro, avrei servito anche alla tua grandezza. E soprattutto ho fatto progresso da quando gli onestissimi cittadini tuscanesi mi scelsero come Maestro del Coro nella loro chiesa primaria dedicata a san Giacomo.


 
Fin qui da Roma , capitale del mondo, subito fu trasmessa la luce del Vangelo. Uscito da essa Lino, coetaneo di Pietro, e suo coadiutore e successore nella Sede Romana, la nobilitano le protezioni dei Santi Secondiano, Veriano e Marcelliano; inoltre in essa riposano le reliquie di 24 martiri molto coraggiosi. Pertanto in una Città di santità tanto antica, tanto provata, tanto celebre, niente dovette contare che non fosse santo, lodevole, onesto, affinché le orecchie degli stessi cittadini e dei santi, che custodiscono la loro protezione, non risuonassero di altro che di quotidiani annunci.



“  I nostri avi coristi quindi cantarono : “O quanta digna gratia es Tuscana Civitas quae Martyrum corporibus omnem excellis Tusciam Alleluia”  dedicata “ad gloriosos martyres civitatis Tuscanae”, “Gaudeamus omnes” nella festa di tutti i santi, la Messa con il Kirie, il Gloria, il Credo, il Sanctus, l’Agnus Dei, il Veni Creator Spiritus nella festa della Pentecoste, il “Gabriel Angelus” nella festa dell’Annunciazione del 25 marzo, il Magnificat,  i vari mottetti e le litanie lauretane.
 
Mauro Loreti



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