● - IL CARDINALE GAETANO BEDINI A TOSCANELLA. di Mauro Loreti - Succede a Tuscania - Toscanella

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● - IL CARDINALE GAETANO BEDINI A TOSCANELLA. di Mauro Loreti

Pubblicato da in Mauro Loreti ·
Nacque a Senigallia e fu nunzio apostolico in Brasile, ebbe molti incarichi in Italia ed in Francia, fu arcivescovo di Tebe in partibus infidelium, poi di nuovo in Brasile  e negli Stati Uniti. Nel 1855, dopo essere tornato in Italia , fu segretario della Congregazione di Propaganda Fide. Nel 1861 fu vescovo di Viterbo e Tuscania. Risiedeva per tre mesi all’anno nel  Vescovado di Toscanella, a suo tempo di Alfonso Donnini. Fu creato Cardinale prete del titolo di Santa Maria sopra Minerva.
 
Nel 1860 il vescovo Gaetano Bedini   per recarsi in Cattedrale doveva passare per la strada della chiesa di Santa Maria della Rosa che, spesso, era allagata o impantanata,  perché nella piazza si creava un avvallamento e l’acqua piovana ristagnava, pertanto fece rialzare la strada.  

Il 15 febbraio 1862 scrisse: “Giunge il desiderato momento, direttissimi figli, di poter soddisfare al primo e più interessante dovere del nostro Pastorale Ministero, aprendo in nome del Signore quella visita che tanto vivamente è raccomandata ed ingiunta dal Sacri Concili  e dagli ordinamenti della Chiesa , e che deve essere vera fonte di benedizione per le anime vostre  e caparra di bene ordinato andamento di quest’antichissima e cospicua chiesa Toscanese. … quel beneficio che preme più assai al Pastore delle anime è quello che si riferisce allo Spirito e che più direttamente concorre alla vera salvezza delle anime vostre.  A questo dunque in più particolar  guisa dirigiamo le nostre parole e le dirigiamo al cuor vostro  , sede dei vostri appelli, dei vostri desideri, delle vostre tendenze, dove occhio mortale non può penetrare, ma dove giunger può gradita e benedetta la parola che pone nel nostro labbro quello che è parola del Padre, Verbo incarnato,… preveniamo tutti che nel giorno 23 del corrente mese nella nostra Chiesa cattedrale di questa Città si farà da noi l’apertura solenne della Sacra Visita che proseguiremo in tutti i luoghi della Città e dipendenze secondo gli ordini che preventivamente faremo giungere ai rispettivi superiori delle chiese, corporazioni e luoghi pii ed a qualsiasi altro luogo a Noi soggetto come legati apostolici.”  


 
Il 16 febbraio 1862 si radunò il pubblico consiglio di Toscanella con il Gonfaloniere Andrea Paoletti , i  tre Anziani Giuseppe Pontani, Giuseppe Dottarelli, Raffaele Spagnoli , i Consiglieri  Carlo Bruni, Giuseppe Fiori, Bartolomeo Venturi, Egidio Egidi, Andrea Marinozzi  ed il deputato ecclesiastico Don Vincenzo Laurenti.  Il segretario fece la lettura  della proposta dell’ampliamento della piazza innanzi il palazzo dell’Eminentissimo Vescovo. Disse che tutti sapevano quanto fosse angusta la piccola piazza che era davanti il Vescovado tanto che era pericoloso l’accesso del Vescovo col suo “legno”.


 
Per cui,  per togliere i pericoli  e per rendere un ornamento a quella località, visto che c’era la favorevole combinazione che il vescovo stava risarcendo  il suo palazzo ed il suo giardino annesso ed era favorevole all’ampliamento della piazza, cedendo una porzione di terreno, la Magistratura (la giunta comunale)  fece redigere una perizia all’esperto Giacomo Casella per  l’esecuzione di questo utile e necessario lavoro ascendente alla somma di scudi 301,47. Inoltre il Cardinale fece costruire anche le scuderie nei vari ambienti riuniti in un fabbricato isolato, adibito a stalla per i cavalli e a rimessa delle carrozze, dei finimenti e del foraggio. Per non mandare la cosa in lungo la stessa Magistratura si era rivolta all’Apostolica Delegazione (la Provincia) per avere la facoltà di eseguire subito il lavoro suddetto.


 
La Delegazione trovando molto giusto quel progetto  ordinò che il Consiglio Comunale di Toscanella fosse convocato ad urgenza per risolvere sulla proposta. Fu letta la perizia ed il Consigliere Venturi prese la parola e fu di parere di fare la fontana di San Pellegrino in modo più gaio di quello descritto  in perizia ed invece di rimettere in opera la fontana vecchia, progettò di stabilire una somma addizionale di altri scudi 100 onde la fontana stessa fosse più elegante e piacesse al Cardinale.  


 
La vecchia fontana del 1600 era addossata al muro ed era quasi simile a quella di Montascide. Tutti aderirono al progetto del Venturi,  si passò quindi alla votazione : dieci favorevoli e nessuno contrario. il Segretario Comunale era Giuseppe Anguillara.   La nuova fonte di San Pellegrino fu costruita in peperino, a sezione ottagonale con una colonna centrale decorata con lo stemma del Comune fra due grifi gettanti acqua dalla bocca e sorreggenti una piccola tazza circolare, sulla quale cade l’acqua dagli zampilli  Questo fu il Capitolato per l’appalto della lavorazione  da farsi per l’ampliamento della piazza innanzi il palazzo episcopale analogamente alla perizia e disegno eseguiti da Giacomo Casella.  
 
1°  La subasta partì da scudi 453,57.
 
2° i lavori da eseguirsi dopo tutte le debite approvazione.
 
3° i lavori da eseguirsi in tre mesi.
 
4° gli eventuali lavori addizionali con lo stesso ribasso e con l’approvazione della Magistratura.
 
5°  presenza dell’Assistente dei lavori.
 
6° i pagamenti in base agli avanzamenti  ed ai collaudi.
 
7°  i sassi del muro vecchio ed i selci vecchi restarono a favore dell’impresario senza poterli rimetter in opera ed i sassi che servirono per la costruzione del muro furono presi nuovi alla cava del Sasso Prezzato.
 
8° la ditta intraprendente lasciò il posto per collocare la fontana la cui presa fu a carico del Municipio appaltante.
 
9° la fontana vecchia ed i suoi gradini furono trasportati nei magazzini del comune.
 
10° i lavori furono eseguiti ad uso di buona arte con calce di buona qualità e rena di pari taglia.
 
11° il lavoro fu eseguito con perizia.
 
12° la nuova selciata fu compressa e assodata colla terra del giardino del vescovo.


 
Il 23 febbraio iniziò la visita pastorale  e nella cattedrale di san Giacomo Apostolo il Maggiore vi erano 13 canonici dei quali il primo con il titolo di Primicerio, il secondo di Archipresbitero  e nel numero dei canonici erano compresi il Penitenziario ed il teologo. Cinque erano i beneficiati ed un altro beneficato era il maestro delle cerimonie nelle messe solenni, nei vespri e nelle altre sacre funzioni. Nella chiesa dedicata alla Beata Maria Vergine in Pantano, che un tempo era cattedrale,  sei erano i canonici, di cui il primo era Priore. Tre erano le chiese parrocchiali, la prima era della cattedrale, la seconda sotto il titolo di San Lorenzo, costruita in forma elegante da pochi anni e consacrata il 27 aprile 1828, la terza era sotto il titolo di San Marco in sufficiente stato. Vi erano altre dieci chiese e cinque pubblici oratori.   
 
La chiesa di San Francesco dei frati minori era derelitta, nella chiesa di Sant’Agostino del venerabile seminario erano da rinnovare tutti i tetti. Anche la chiesa della Beata Maria Vergine dell’Olivo era da riparare. Nessun monastero di uomini vi era in città ma un solo monastero di monache dell’Ordine di San Francesco sotto la regola di Santa Chiara. Vi era anche un Istituto Politecnico nel cenobio sotto il titolo di Santa Maria del Riposo che, prima, era abitato dai frati minori dell’Osservanza di San Francesco, nel quale vengono istruiti i giovani soprattutto  nelle discipline fisiche e matematiche e nell’arte agraria. Vi era  un piccolo orfanotrofio dal 4 maggio 1822 con grande utilità di alcune fanciulle orfane.  
 
Quattro erano in città le Confraternite delle quali la prima sotto il titolo del Santissimo Sacramento, la seconda del Gonfalone, la terza era di San Giovanni sotto il titolo della Misericordia. La quarta era sotto il titolo di san Giuseppe sposo della Beata Maria Vergine. Vi era anche una quinta Società eretta di recente sotto il titolo delle cinque piaghe. Le scuole delle fanciulle avevano due maestre e poi una terza per il gran numero delle bambine. Nel Seminario vescovile, istituito nel 1916,  c’erano 17 alunni che erano istruiti nella disciplina ecclesiastica , nella lingua latina, nelle lettere umane, nella filosofia, nella dogmatica, nelle teologia e nella morale. Quasi tutti gli alunni , nei giorni festivi, servivano nella Cattedrale, soltanto alcuni nella Collegiata di Santa Maria Maggiore.
 
Il cardinale vescovo di Toscanella fu accompagnato da  Bonaventura  Canonico Penitenziario Raffaelli  Pro Vicario Generale, Giovanni Battista Rosati Primicerio della Chiesa Cattedrale di San Giacomo Apostolo il Maggiore, Giuseppe Di Lorenzo  Archipresbitero della Cattedrale, Pietro Egisti Canonico Decano della Cattedrale,  Vincenzo Laurenti Canonico Teologo della Cattedrale, Luigi Ruzzi Prore della Chiesa Collegiata di Santa Maria Maggiore, Giovanni Battista Sarnani Canonico Decano della Collegiata,  Angelo Gentili Canonico della Collegiata , Giuseppe Moretti, canonico della Collegiata e Luigi Sartori Cancelliere. Il 1° marzo il Gonfaloniere comunale  Andrea Paoletti notificò che ,  volendo il Municipio ampliare  la piazza innanzi il palazzo episcopale,  il 6 corrente si sarebbe proceduto all’atto per deliberare al miglior costruttore offerente. Il 6 marzo 1862 davanti allo stesso  Gonfaloniere  vi fu l’asta con l’accensione delle tre candele e Domenico Menichetti offrì scudi 450, Francesco Bartoletti scudi 448. I testimoni furono Pietro Luchetti e Pietro Ambrogi. Il giorno 8 marzo iniziò la visita pastorale nella chiesa cattedrale al fonte battesimale, agli oli sacri, alle sacre reliquie , all’altare Maggiore ed agli altari del Santissimo Sacramento della  famiglia Consalvi,  dei Santi Giusto e Giuliano, del Santissimo Crocifisso, della santissima Concezione, di San Gerolamo, di San Michele Arcangelo della famiglia Silvestrelli, della Beata Maria Vergine Lauretana   ed all’edicola dei Santi Martiri della Comunità di Toscanella.
 
Il 10 marzo fu la volta della chiesa di San Giuseppe con l’altare maggiore  e gli altari dei Santi Martiri Patroni, della Beata Maria Vergine del Cerro, di San Francesco da Paola della famiglia Miniati, di San Francesco Saverio. Lo stesso giorno, intanto , nel palazzo comunale  avanti il gonfaloniere e Raffaele Spagnoli Anziano, assessore, si procedette alla  miglioria di vigesima e Domenico Menichetti offrì 423,60 scudi, Domenico Carpinelli 400, poi ancora Carpinelli 360 scudi. I testimoni furono Paolo Pinoini e Vincenzo Viarili.  
 
Il 14 marzo si procedette ad un nuovo atto d’asta per la miglioria di sesta a ribasso e non essendoci offerte l’appalto rimase a Carpinelli. Testimoni Pietro Luchetti e Luigi Bengari. Saverio Pompei fece sicurtà a Domenico Carpinelli  per i lavori della piazza detta Cardinale. L’undici marzo vi fu la visita alla Chiesa ed alla Parrocchia di San Marco , all’altare Maggiore,  ed a quelli di san Liberato della famiglia Consalvi e di  Santa Maria delle Grazie , quindi alla chiesa di San Giovanni con l’altare maggiore e quelli della Beata Maria Vergine dei sette dolori e di  Sant’Ubaldo.  
 
Il 12 marzo fu la volta della Chiesa delle Rosa e della Confraternita del Gonfalone con gli altari del Purgatorio della famiglia Mansanti, del Santissimo Crocefisso, di Santa Lucia, di Santa Filomena, di San Carlo e del Santissimo Rosario.  Quindi la chiesa di Santa Maria ad Nives con l’unico altare. La chiesa di San Biagio con l’altare maggiore e quello del Santissimo Crocifisso ed un oratorio dei Santi Angeli Custodi.  Il 14 marzo si recarono alla chiesa di San Silvestro che in quell’anno veniva restaurata per riportarla nella forma migliore. Poi l’Oratorio privato nel palazzo del conte Pocci  e l’Oratorio privato delle pubbliche carceri. A seguire la chiesa di Sant’Agostino spettante al Venerabile Seminario Vescovile con l’altare maggiore,  quelli di San Gaetano della famiglia Pocci,  della Natività della Beata Maria Vergine sempre dei Pocci, di San Tommaso di Villanova, di San Nicola, del santissimo Crocifisso e di Sant’Agostino.
 
Poi nel Venerabile Ospedale di S. Croce con l’unico altare. Il 16 marzo si recarono nella chiesa parrocchiale di S. Lorenzo dove furono ricevuti sulla porta dal Priore e dai Canonici  della santa Chiesa Collegiata di Santa Maria Maggiore ai quali di diritto spettava questa chiesa parrocchiale, tra il suono dell’organo ed il canto dell’antifona “Ecce Sacerdos” e del salmo “Benedictus” e visitarono l’altare maggiore, la cappella e l’altare dei Santi Martiri Secondiano, Veriano e Marcelliano Patroni principali di questa Città, con la loro urna, e gli altari di San Luigi e di San Vito.
 
Il 22 marzo alla chiesa di San Paolo delle Monache e, nella porta, furono ricevuti dal loro confessore straordinario e visitarono l’altare maggiore dedicato a San Paolo e gli altri di San Francesco e San Carlo, la finestrella della comunione e le ruote.  Nel Monastro furono ricevuti nella porta dall’Abbadessa  del monastero che  presentava il Coro,le grate, la sacrestia, il confessionale, il dormitorio, il noviziato, l’educantato, la clausura e l’orto.  Il 3 aprile nella chiesa rurale del tenimento di Montebello dedicata ai santi Gaetano ed Isidoro con un  unico altare. Lo stesso giorno  anche nella chiesa rurale del tenimento della Carcarella  dedicata ai santi Pietro e Paolo con un unico altare. Il 4 aprile presso la Chiesa Collegiata di Santa Maria Maggiore con l’altare maggiore e gli altri di Santa Maria ad Martyres, Santa Maria alle fonti, della Santissima Annunciazione, dei santi Raimondo e Benedetto,  poi alla chiesa di San Pietro con l’altare maggiore, quindi alla chiesa della Beata Maria Vergine dell’Edera con l’unico altare.  Il 10 aprile 1862 i consiglieri comunali  ed il deputato ecclesiastico Don Bonaventura Raffaelli si riunirono per deliberare la lavorazione da farsi per l’ingrandimento della piazza del vescovato, già decretata dal Consiglio ed  approvata in favore di Domenico Carpinelli per la somma di scudi 360.
 
Da allora divenne la piazza del  Belvedere per lo splendido panorama.



1 commento
Giancarlo Guerra
2022-09-19 08:46:40
In Biblioteca dovrebbe essere conservato anche ilprogetto dell'enorme ponte che il cardinale avrebbe voluto far costruire, ponte che, passndo sopra il centro storico,avrbbe collegato il Vescovado direttamente a Duomoa. Per fortuna non se ne fece poi nulla...

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