
In quell’anno vi fu organizzata una festa, in una serata danzante, in occasione del carnevale. Al centro della grande tenuta c’erano delle famiglie che lì abitavano. Originariamente erano venute dalla Ciociaria per la coltivazione e la lavorazione del tabacco, poi vi lavoravano anche alcuni tuscanesi per infilare il tabacco.
Alcune ragazze ciociare in seguito si sposarono nella nostra zona.
Durante quella festa carnevalesca una persona, spronata dai suoi paesani, salì su un tavolo al centro della sala e cantò e recitò:
“Mamma mia me sendo male, la panzetta a me me cresce e lo sinale non m’arriva chiù”.
La madre rispose:
“Fiia mia se è vero questo, quante botte avrae da pià tu.”
La figlia :
“Mamma mia non mi menare che t’araccondo come va.”
La madre :
”Racconda, racconda” .
La figlia :
”Sono stata dallo mulinaio.”
La madre :
”Embè era solo?”
La figlia :
”lo mulinaio ha tirato fora lo merlacchione, me lo ha messo tra le coscie, lo sendii per tutte l’osse. Mamma mia venghe tu pure che s’embiazzemo (ci appostiamo) tutt’e due.”
La madre guardandosi in basso rispose dicendo:
”Fiia mia vacce tu sola che la mia non è più bona e c’ha fatto lo nido lo merlo ch’ha candado lo chichirigò e c’ha fatto lo nido lo merlo c’ha candado lo chichirigò.”
Alla festa parteciparono le famiglie ciociare ed anche altre di Tuscania, di Montefiascone e di Canino.