Pasqua sparita - Toscanella - Tradizioni popolari

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Pasqua sparita

LA PASQUA SPARITA.

Domenica delle Palme. Già con la Domenica delle Palme si entra nel clima celebrativo della Settimana Santa. Il ramoscello d'ulivo è ritenuto efficacissimo, insieme alle candele del 2 Febbraio, a preservare da ogni male le case e i raccolti esse valgono inoltre ad allontanare i temporali.
Le palme benedette, che vengono distribuite in chiesa a ricordo dell'entrata trionfale di Gesù in Gerusalemme, non devono essere buttate via, quando vengono distribuite le nuove, ma sempre bruciate. Se ne deve sempre tenere un ramoscello in casa, perché si ritiene che una casa senza la palma benedetta, sia una casa indifesa dagli spiriti cattivi, avendo questa il potere di portare la pace nelle famiglie. In ogni parrocchia tra la distribuzione dei ramoscelli d'ulivo e la celebrazione della Messa, si fa in processione il giro esterno della Chiesa; viene prima il sacerdote con la Croce e due chierichetti ai lati, dietro vengono i fedeli, che, col ramoscello in mano, intonano canti liturgici.

Mercoledì Santo.
Nel tardo pomeriggio, dopo la recita dell'«Ufficio delle Tenebre» i ragazzini, presenti in numero molto elevato, nel passato battendo i piedi su sedie e banchi, gridavano, suonavano le «raganelle» o «regole», (Battisterio) ad indicare la loro protesta contro la condanna a morte di Gesti. Oggi le loro «prestazioni» sono state abolite, e sono i sacerdoti che suonano le raganelle.
Durante 1'« Ufficio delle Tenebre» in preparazione della morte di nostro Signore, si spengono successivamente le quindici candele (rappresentano i Salmi) poste su un «triangolo» di ferro.
Quella posta sul vertice del triangolo viene spenta per ultima e simboleggia la luce portata da Gesù nel mondo.

Giovedì Santo. A mezzogiorno si «legano» le campane. Al posto delle campane si odono gli striduli suoni delle «raganelle» o «regole» (strumenti di legno costituiti da una tavoletta rettangolare con un battente di ferro sulle due facciate, a forma di maniglia, che batte su due striscie di ferro, infisse sul piano). La mattina, alle 10 ha luogo la cosiddetta funzione degli «Olii Santi»; si preparano e si benedicono cioè gli olii per tutte le funzioni religiose. Anticamente, al termine della cerimonia si procedeva alla rituale «lavanda dei piedi»: assistevano alla funzione 12 vecchi scelti tra i più anziani del paese, che indossavano una lunga tunica di lana bianca (questa tunica veniva poi regalata loro, oltre a cinque lire). Passava poi il Vescovo a lavar loro i piedi ed a baciarglieli. Verso le cinque pomeridiane in ogni Chiesa si celebra la Messa in onore dell'istituzione dell'Eucaristia, dopo di che viene esposto il Santo Sepolcro. Il popolo inizia allora la visita ai sepolcri e i fedeli fanno il giro di tutte le chiese del paese, recitando:
"Me ne vado al monumento con gran pianto e gran lamento a cercar la Croce Santa".
Per l'occasione si prepara a festa l'altare principale della Chiesa, con fiori, luci, candele, veli, e con esposti i simboli eucaristici.
Un addobbo caratteristico è costituito dai vasi con «il grano del sepolcro». Questo grano ha la particolarità di essere stato seminato il primo giorno di Quaresima e di essere stato messo in cantina, dove si sviluppa, ma con fili lunghi gialli, che ricadono ai lati. Sopra a questi vasi è messo un fiasco spagliato, dove si è messa in precedenza acqua colorata; infine si accende dietro un lumino, ed essi assumono cosi l'aspetto di palloncini colorati.
Le visite ai Sepolcri si possono effettuare fino alle sedici del Venerdì Santo, ma la maggiore affluenza è generalmente registrata il giovedì sera.

Venerdì Santo. All'alba del Venerdì Santo partono dalle Chiese le «Compagnie» per la visita ai Sepolcri: alle cinque da S. Giovanni e S. Marco, alle sei, quando tornano le prime due, dal Duomo e dai S. Martiri. A vanti vengono le giovani, poi i giovani di Azione Cattolica; seguono le donne cristiane, i Confrate1li (Veste bianca con cordone, mantellina nera o turchina o gialla a seconda che appartengano alla Confraternita di S. Giovanni, di S. Giuseppe, oppure della Rosa; sul petto recano anche il distintivo della Confraternita). Segue la Croce di legno nero, con appesa ai bracci la «disciplina», la lancia e la canna con la spugna; il portatore ha l'abito della Confraternita, ma a differenza di tutti gli altri, porta il cappuccio calato. Lo affiancano due confratelli, anch'essi incappucciati, che recano i fanali accesi.

Si cantano delle laudi accompagnate dal suono della banda, che per l'occasione si è divisa in varie «gavette» (gruppi) secondo il numero delle compagnie che escono contemporaneamente. Dietro la Croce viene il sacerdote, rivestito di cotta e stola; il quale in ogni Chiesa dove si entra fa recitare le preci adatte per la visita. Le laudi cantate sono: «A Gesti nella Passione», «Stava Maria dolente», ecc. e in modo particolare lo Stabat Mater con musica originale.
E' tradizione offrire ai musicanti e agli uomini della Confraternita da bere perché possano cantare meglio.

Fino a qualche anno addietro la Messa si celebrava in Duomo verso le dieci; oggi è stata spostata alle 17 pomeridiane. Si tratta della Messa detta «senza capo né coda»: a metà infatti di essa i sacerdoti si levano le scarpe e si buttano a terra in atto di adorazione della Croce; baciano il Crocefisso che, dopo di loro, anche tutti i fedeli si recano a baciare. Ma la giornata del Venerdì Santo è soprattutto caratterizzata dalle due funzioni pomeridiane: le tre ore di agonia e la processione «Della Madonna Addolorata». L'«agonia» ha luogo dalle ore 13 alle 15,30 e per tutto questo tempo un oratore venuto di fuori (mai un parroco del luogo) rievoca il mistero dell'Incarnazione divina, commenta le sette parole di Gesti sulla Croce, e ognuna di queste sette prediche viene a sua volta commentata dalla musica e dal canto.
Finite le sette prediche, viene impartita al popolo la benedizione con le reliquie della Croce.
Sul palco del predicatore c'è un Crocefisso molto grande. Nei tempi passati, dopo l'agonia, verso le sei, vi era una processione che dal Monastero di S. Paolo si recava al Duomo, portando per le vie il simulacro di una piccola Madonnina.

Qui sotto alcune immagini dei Sepolcri:

     

La processione:




 
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