MAZZA E GIROMUSO.
Si tratta, nelle linee generali, del gioco che a Roma viene chiamato «nizza». Il designato della conta traccia a terra un cerchio e si dispone al centro di esso. Egli ha la «mazza» (un bastone lungo circa 40 cm.) e il «giromuso» (un pezzetto di legno appuntito alle estremità).
Aiutandosi con la mazza, il giocatore al centro dovrà gettare il giromuso il più lontano possibile. Il giocatore che verrà a trovarsi più vicino al punto in cui il giromuso è andato a cadere dovrà a sua volta cercare di gettare con le mani il pezzetto di legno entro il cerchio tracciato a terra; e se vi riuscirà, prenderà il posto del compagno al centro del cerchio. Naturalmente chi si trova nel cerchio dovrà impedire con la mazza che il giromuso venga a cadere nell’interno del giro stesso. Se per errato tiro o per respinta, il giromuso ne resterà fuori, allora il giocatore dovrà con la mazza battere il giromuso ad una delle estremità, in modo da farlo saltare; e, colpendolo quando ancora esso si trova a mezz’aria, scagliarlo quanto più lontano può. Dal punto in cui esso cade si contano i passi intercorrenti fino al cerchio, e ogni volta che si giungerà a ventuno (i passi d’ogni tiro sono cumulabili), egli dirà:
«La mazza nel petto batocchio, uno»
e avrà al suo attivo un «papa».
Così ogni ventun passi costituiranno un «papa»; e vince chi riuscirà a totalizzarne un maggior quoziente.