Fidanzamento - Toscanella - Tradizioni popolari

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Fidanzamento

FIDANZAMENTO

1 - Previsioni per conoscere il futuro marito

Sin dai tempi più antichi si usò trarre da segni particolari gli auspici per il matrimonio; una cerimonia tanto importante, Infatti, che di tanto e così improvvisamente muta la condizione dell’uomo e della donna, non può aver luogo senza che prima si siano interrogate le forze soprannaturali, quelle forze che sempre, in ogni momento della vita, e più che mai in occasioni di felicità, occorre render propizie, seguendo le cerimonie di un rituale rigoroso e, non di rado, complesso.

Se importante per l’uomo, il matrimonio è per la donna importantissimo; e in vista di questa cerimonia dia vive tutta la sua vita di fanciulla e di adolescente; al matrimonio ella aspira, come alla condizione che la renderà degna di rispetto e di considerazione; nel matrimonio e nella maternità ella toccherà il culmine della propria vita di donna.
Per questo, fin dal giorno in cui si accorge di qualche «occhiata» o sente nata in se stessa qualche simpatia per uno dei giovani che incontra o che pratica per svariate ragioni, li ragazza ama interrogare il futuro, per sapere fin dalle prime mosse se e quando sì sposerà, e con quale dei «mosconi che je girano intorno».

Anche a Tuscania le pratiche cui ricorrono le ragazze per conoscere il futuro marito sono moltissime e diverse. Alcune ricorrenze sono propizie per se stesse a fornire l’oroscopo: così il Capodanno. Allo scadere della mezzanotte, la fanciulla deve gettare una delle sue scarpe dalla scala di casa: se la calzatura sarà ritrovata sul pianerottolo con la punta rivolta verso l’uscita, è segno che ella si mariterà entro l’anno; se invece indicherà una qualunque altra direzione, altri dodici mesi passeranno senza che nessuno la richieda.

La notte precedente la ricorrenza dell’Ascensione, la ragazza avrà cura di mettere fuori della finestra una bottiglia d’acqua, nella quale avrà versato una chiara d’uovo.
La forma che esso avrà assunto la mattina seguente ne temo della bottiglia, indicherà diverse cose, e specialmente il mestiere o una qualsiasi caratteristica del futuro sposo.
Altre pratiche possono eseguirsi in qualunque periodo l’anno.

Si ricorre a numeri speciali o a sogni. In strada si osservano le targhe delle automobili; si fa la somma dei numeri che compongono una qualunque di esse, e se tale somma sarà 21 o 25, lo sarà il giovane cui subito dopo, incontrandolo per caso, si stringerà la mano. Ovvero, si contano i cavalli bianchi che si incontrano per la via; quando se ne saranno incontrati ventuno, si dovrà attenzione al sogno che si farà la notte immediatamente seguente giacché in esso sarà rivelato lo sposo.
Ancora all’interpretazione onirica si chiede la previsione, dove si sia posto un baccello con sette fave dentro, sotto il guai sui quale si dorme. Se fischia un orecchio si chiede subito persona vicina un numero che, apportato all’alfabeto, darà l’in. del nome del futuro sposo.
Alla ragazza interessa, oltre al nome e al mestiere dello sposo conoscere anche il numero di anni che dovrà ancora attendere per convolare a nozze. Un cuculo inizia il suo canto; la fanciulla gli chiede:
«Cucco-cucco che magni ‘I panico:
quant’anni ciò da fa’ po’ trovà marito?».

Oppure:

«Cucco-cucco dalle penne d’oro:
qnant’anni devo stà prima de fa’ l’oro?».

E conterà quanti «cucù» seguiranno ciascuno designerà un anno d’attesa.
Se una farfalla bianca batterà contro il vetro di una finestra della casa della ragazza, cercando disperatamente di uscire, è segno che le nozze sono imminenti; così come l’incontrare una cavallina bianca che viene incontro al galoppo.
Un altro metodo molto seguito è quello di segnare, foglio o sui terreno una croce. Nel primo settore, quello in alto a sinistra, li ragazza traccerà le quattro iniziali di quattro spasimanti o comunque di quattro giovani che la interessano. In basso, sempre a sinistra, scriverà invece le iniziali di quattro città nelle quali ella desidererebbe recarsi in viaggio di nozze.
A destra in alto, quattro iniziali staranno ad indicare quattro nomi, generalmente due maschili e due femminili, che si desiderano per il primo figlio. In basso, ancora a destra, infine, saranno indicate con la prima lettera quattro tipi di condizione economica del futuro marito.
A titolo di maggior chiarezza, riporto qui uno schema-tipo:



Si sceglie poi un qualsiasi numero, e sì comincia a contare nel primo settore, eliminando via via ciascuna iniziale ove il conto finisce. L’iniziale che resterà sarà quella del futuro marito. Procedendo analogamente negli altri settori, si saprà alla fine la condizione dello sposo, il luogo del viaggio di nozze, sesso e nome del primo figlio.
Per sapere poi il numero di mariti che la ragazza prenderà, le sì tirano addosso quelle biade selvatiche, così comuni nei campi, che a Tuscania vengono chiamate «furasacchi» o «forasacchi» quante ne resteranno attaccate alle vesti della ragazza, per il principio della magia simpatica, costituiranno altrettanti mariti ch’essa prenderà.
Occupate a tener dietro a tante credenze, le giovani sperano di incontrare presto il loro «principe azzurro» e sarà quindi di buon auspicio esprimete il desiderio ogni volta che vedono cadere una stella e ogni volta che mangiano il primo frutto della stagione.
Anche le zitelle hanno inoltre il loro santo protettore trono: San Pasquale Baylon; e a lui esse rivolgono la loro preghiera:
«San Pasquale Barionne (sic)
protettore delle donne,
faterne trovà ‘n bel marito
bianco rosso e colorito
come voi tale e quale
o glorioso San Pasquale».

Anche Sant’Antonio da Padova è invocato dalle ragazze che temono di restare zitelle; anzi, le più pessimiste gli accendono ceri e gli dedicano tridui e novene. Parimenti le giovani che vogliono rimanere zitelle eviteranno, nel pulire la casa, di scoparsi i piedi o di farseli scopare, così di infilare nell’anulare l’anello di fidanzamento o la fede di una loro amica, perché ciò porta loro sfortuna.
Spesso, nel passato, una ragazza non ricambiata in amore anche solo desiderosa di sposare un determinato giovane ricorreva alla fattucchiera, che aveva a disposizione mille specie di unguenti e di incantesimi per «incantare» l’uomo.
Oggi, a Tuscania, questo è un uso completamente scomparso.

2 - Fidanzamento

Un proverbio tuscanese afferma che «donna che aspetta perde richiesta»: non è bene affrettarsi nella scelta del fida giacché potrebbero capitare partiti migliori.
Tuttavia «al cuore non si comanda»; ed è assai facile che al passeggio «fuori porta» o in campagna, nella stagione dei lavori agricoli, la ragazza incontri il giovane che desidera sposare.
Una volta i ragazzi erano più timidi, non avevano il coraggio di «dichiararsi»; chiamavano allora in loro aiuto un intermediario (o ruffiano), che si incaricava di compiere i primi approcci la ragazza e presso i suoi genitori. Oggi i giovani sono più intraprendenti e preferiscono far tutto da sé, onde evitare, in caso la loro richiesta venisse respinta, le beffe del ruffiano, che era generalmente scelto fra gli amici; o che, persino, l’intermediario gli «soffi» la ragazza.
Una volta che il pretendente si è fatto avanti, i genitori sono chiamati a pronunciarsi: se ritengono troppo giovane l’età dei due ragazzi, non permetteranno che si vedano in casa, per non impegnarsi seriamente e definitivamente; i giovani potranno, in questo caso, «discorrere» al passeggio di «fuori porta», o in piazza, o nella strada. In caso contrario, il fidanzato viene invitato a casa della ragazza, generalmente di sera, onde possa discorrere con lei; e fino a qualche decennio fa, i genitori della giovane stabilivano persino i giorni in cui il ragazzo poteva salire a far visita.
Si preferisce generalmente che sia la sorella maggiore a fidanzarsi, e quindi a sposarsi, per prima; ma non è certo questa una regola costante.
Una volta «accettato» il fidanzamento, iniziano per la ragazza le pene d’amore, i litigi, le pacificazioni giacché «l’amore nun è bello, si nun è stizzarello», come ammonisce il proverbio.
La cosa che più preoccupa la ragazza è la fedeltà del promesso sposo; non potendosi ciecamente fidare delle sue asserzioni e dei suoi giuramenti, la giovane ricorre alla chiromante, che «ie fa le carte», ovvero a qualche girovago distributore dei «pianeti della fortuna».
I petali della margherita vengono sfogliati anche dalle ragazze tuscanesi, che ad ogni petalo strappato recitano: «M’ama - non m’ama - mi desidera - mi disprezza - mi vuole bene»; e si sfogliano anche gli steli del giojo (loglio), dicendo:

«Pane e vino nel bicchiere,
me vo’ bene ‘1 mi’ cavaliere,
sì e no, sì e no...».

La verità sarà legata all’ultima foglia.
Anche le stelle vengono interrogate dalle ragazze che desiderano conoscere la fedeltà del fidanzato
«Stella mia bella stella,
guarda in faccia a me,
se (nome del fidanzato) mi vuoI bene,
quattro cose famme sapè:
cane che abbaia,
porta che sbatte
uomo che fischia,
campana che suona».

Se entro tre minuti si sente una delle quattro cose richieste. vuol dite che si è amate.
L’affetto tra fidanzati viene testimoniato anche con regali vicendevolmente essi si scambiano, profittando di una qual ricorrenza; un tempo erano oggetti di poco valore, o comunque meno impegnativi: pettini, forcelle d’osso, stecche da busto, coltellini istoriati. Oggi, invece, si usa regalare soprattutto oggetti d’oro e, in generale, di valore, come profumi, bambole, catenine, ecc.; portafogli orologi, servizi da fumo, ecc.
A mezzo di accordi si stabilisce il giorno del fidanzamento ufficiale. Questo avviene sempre in casa della fidanzata; il fidanzato con i genitori si reca in casa della ragazza per richiedere formalmente il consenso alle nozze. La visita viene generalmente dopo cena e per l’occasione vengono offerti, insieme al vino liquori, dei dolci preparati in casa, il più delle volte dalla medesima.
Assicurato il consenso ufficiale da parte delle due famiglie, dopo qualche tempo il promesso sposo regala l’anello di fidanzamento, generalmente un castone di brillanti, che non sempre però ricambiato da parte di lei. Fino a qualche decennio fa, scambio di preziosi era raro e, quasi tutti si scambiavano un cerchietto di metallo di poco pregio, («la fedina»).
Dopo il fidanzamento ufficiale, tra le due famiglie si intensificano i rapporti e, di comune accordo, viene stabilita la data nozze, si compila l’elenco delle persone da invitare alla cerimonia e al rinfresco, si esamina la possibilità e la convenienza di prendere  una casa in affitto nel caso (ormai assai frequente), che gli non intendano stabilirsi coi suoceri.
Il corredo e gli assegni dotali, venivano un tempo elencati in una apposita carta di cui si faceva gran conto nel caso di ulteriori spartizioni, e redatta in casa della sposa, alla presenza del notaio e di alcuni testimoni.
Trascrivo, lasciando intatta la grafia, due carte dotali che mi sono state gentilmente donate da una mia «informatrice», Nicolina Testa, e che sono di alcuni suoi antenati:

1) Sotto il regno di Sua Maestà Umberto Primo per Grazia di Dio e volontà della Nazione Re d’Italia...
La sera del Due Settembre 1889 venne concluso il matrimonio fra Secondiano Falleroni figlio di viventi genitori Luigi, e Teresa Falleroni con Maria Manzi, figlia del fù Raffaele Manzi e della vivente Lucia Taveloni. E siccome tale matrimonio viene fatto con soddisfazione dai loro genitori, cosi si sono riuniti i suddetti in casa abitata dalla futura sposa, ed hanno fatto amichevolmente una nota regolare di tutti gli oggetti che la madre della sposa Lucia Tavoloni ved.a Manzi dà per dote alla sua figlia Maria, sì di vestiario, come Biancheria, Mobilie, ed attrezzi di Cucina, come al costume che corre in questa città.
Nota degli oggetti che il Sig. Secondiano Falleroni prende in consegna dalla madre della futura Sposa Lucia Tavoloni Vedova Manzi.

Letto di ferro del valore di L. 10 e Trenta
Lava mano di ferro con Conca, e Brocchetta
Pagliaccio di panno, Canape nuovo
Materazzo con quattro Cuscini di Lana nuova del peso di libre 90
Lenzuoli N. Dieci
Tovaglie N. quattro
Salviette N. Dieci
Sciugatori N. Dieci
Camice N. Dodici
Sottoveste N. Otto
Abiti N. Cinque
Fazzolettoni Due, una da Inverno, ed uno da Estate
Sciugamani N. Dieci
Fodarette N. sedici
Fazzoletti N. Dieci
Calzette paja Trenta
Tenda di merletto
Coperte N. 3 Una bianca, una imbottita, ed una di colore
Scarpe due paja nuove
Un pajo pendenti d’oro
Corsè N. Tre
Un lume da olio di ottone a quattro boccagli «?» nuovo
Un ferro per stirare
Un testo di rame nuovo di libre 9
Un caldajo di rame grande per il bucato, ed uno piccolo
Uno scaldaletto di rame
Tutti gli attrezzi di cucinafuoco / Due padelle. Piatti bicchieri
e tutto ciò che è necessario alla cucina. Mobilio tutto nuovi
niesa, Tavolino, spianatora, e porta immondezze.
Comò, Due Colonnette, e toletta di noce. Un quadro per l’Immaggine
N. sei sedie nuove. Due acquasante di majolica.
Delle quali cose il Futuro sposo si chiama contento, e soddisfatto
e si obbliga tenere il tutto a forma di legge.

Toscanella Due Settembre 1889.

Cro+ce di Secondiano Falleroni illetterato
Cro+ce di Luigi Falleroni id.
Cro+ce di Lucia Tavoloni id.
Vincenzo Brachetti Testimonio
Gius. Bon.. Testim. e... di Commissione.

2) Regno d’Italia.

- ?? matrimoniale
Addi Venti Novembre Mille Ottocento Settantacinque. Essendo stato trattato e per la grazia di Dio concluso Matrimonio da rettificarsi in faccia alla Chiesa e dello Stato tra la Zitella Marianna Falleroni del vivente Luigi e Secondiano Testa del Domenico ambedue qui nate e domiciliate, quindi (?) è che con la presente benché privata scrittura da valore.., ed alla presenza degli infrascritti testimoni, . Secondiano Testa si obbliga spontaneamente ed in ogni altro meglior modo di prendere per sua legittima Sposa la ridetta (?) Marianna Falleroni e questa parimenti promette e si obbliga unirsi in matrimonio con Secondiano Testa servati i riti della S.M. Chiesa e dei concilio di Trento nonché le leggi dello Stato.
Ed affinché i medisimi futuri sposi possano meglio sostenere i pesi matrimoniali Luigi Falleroni padre della Sposa di Sua Spontanea volontà assegna e costituisce in dote ed a titolo di dote quanto appresso:

La somma di Lire Duecento cinquanta da pagarsi nel termine di anni tre decorrenza di frutti. Un letto composto (?) con materazzo di Lana con coperta d’inverno e di estate. Un Comò con due comodini di toletta di ceraso. Un lavamano di ferro fuso con brocca e conca. Una mesa. Un tavolino. Dieci sedie. Una tenda di musolo per finestra. Sedici lenzuola. Venti foderette. Venti camicie. Otto tovaglie. Venti salviette. Venti Asciugamani. Quattordici pannoni. Quattordici sottoveste. Trenta fazzoletti parte di colore e parte bianchi. Tre casse (?). Trenta paja di calze. Abiti di Lana tre. Uno di percarle. Uno di pelone (?). Tre polacche di Lana e percarle. Fazzolettoni d’inverno due. Di estate due. Senali dieci. Scarpe paja tre. Un pajo di Bottoni di oro. Un pajo pendenti di corallo. Quattro anelli di oro. Due fili di corallo a collo. Un caldaro grande. Una marmitta. Due resti. Due padelle. Uno scaldaletto. Due fari da stirare. Un lume di ottone da tavola e uno a mano. E tutti gli stili pel fuoco.
Della suddetta dote tanto la sud.a Marianna Falleroni quanto il di lei futuro Sposo Secondiano Testa adesso e per quando l’avranno ricevute si chiamano contenti e soddisfatti e fino ad ora ne fanno ampla e finale quietanza rinunciando a qualunque diritto gli potesse competere per qualunque titolo sul patrimonio si paterno che materno. Promette inoltre il Testa mantenete e conservare la sud.a dote e sciolto il matrimonio senza figli, il che Iddio tenga lontano, restituire la dote a chi di ragione.
E se la piena osservanza di quanto Sopra le parti obligano se stessi, beni eredi e ragioni ed in caso di mancanza vogliono essere tenuti al danni e spese una.

Toscanella, 20 novembre l870cinque.

Cro+ce di Marianna Falleroni che si obliga a quanto sopra
Cro+ce di Secondiano Testa, che si obliga a quanto sopra
Cro+ce di Luigi Falleroni che si obliga come sopra
Lodovico Ga...lei testimonio scrisse di Commissione
Crescenziano Giovitti testimonio
Domenico Marziali testimonio.

Toscanella 1~ Dicembre 1881
Dichiarasi da me sottoscritto di avere avute e ricevute da
Falleroni la somma di Lire Duecentocinquanta quale.. paga m
di dote come presente contratto matrimoniale.

In fede Dico Lire 250.

Secondiano Testa Soldato (?)

Nessuna cerimonia particolare accompagna il trasporto del corredo nella nuova dimora, che, per solito, avviene di sera.
Ma certo non tutte le ragazze avevano la possibilità di prendere in dote un corredo completo: per le più indigenti fino a qualche anno fa si sorteggiavano delle doti, traendole da un lascito a questo benefico scopo da un ricco cittadino tuscanese, un Silvestrelli.
In aprile si imbussolavano i nomi di tutte le ragazze che desiderando sposarsi entro l’anno, non possedevano la dote, o vano assai scarsa; venivano estratti quindi nella chiesa di S. Agostino, dieci nominativi, cui si assegnava la somma stabilita. Oggi spetta alla sposa portate la biancheria, che naturalmente cambiata secondo gli usi, e la cui quantità varia secondo le nobiltà di ognuno (generalmente si porta «un venti», vale «dieci cambiate» per ogni capo di biancheria).
Inoltre è sempre la famiglia della ragazza che deve provvedere a tutti i mobili per l’arredamento della nuova casa, per cui di una cosa che costi molto si dice: «costa quanto una figlia femmina».



 
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